Terremoti: anche chi sopravvive ha un alto rischio di morte

Pubblicato il 3 Novembre 2011 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In caso di forti terremoti anche chi sopravvive rimane molto più a rischio di morte o di malattia nelle settimane successive all'evento. Lo afferma una review pubblicata dalla rivista The Lancet, che mette in luce i principali problemi che emergono dopo questi disastri.

Secondo i numeri raccolti dagli esperti della Harvard University solo nella scorsa decade i terremoti sono stati responsabili di piu' di 780 mila morti, il 60% del totale causato dai disastri naturali, e per ogni morto in media ci sono tre feriti gravi: "Molte vittime muoiono subito – si legge nell'articolo – un secondo picco di mortalità si riscontra poche ore dopo il sisma, quando soccombono le persone con le ferite più serie come lacerazioni al fegato o alla milza o fratture pelviche. Un terzo picco si ha nelle settimane successive, quando muoiono le persone con sepsi o problemi a molti organi. Chi ha qualche malattia cronica come il diabete è a maggiore rischio, perchè è molto difficile l'accesso a terapie e medicine".

Gli esperti hanno anche registrato un aumento dopo i terremoti degli infarti, che possono salire del 35%, della pressione sanguigna e della depressione (fino a un 72% di aumento), e ad essere più a rischio sono gli anziani e i bambini. "L'epidemiologia di mortalità e ferite dovuta ai terremoti è molto diversa da quella di altre calamità naturali come inondazioni o uragani – poichè i sismi frequentemente colpiscono popolazioni in aree urbane con scarsi standard strutturali questo si traduce in tassi di mortalità più alti".