Villa Adriana, arrivano i soldi per gli scavi archeologici. Da Londra…

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il finanziere inglese Christian Levett, 42 anni, ha stanziato 500 mila sterline al British Museum per studiare Villa Adriana a Tivoli e le fortificazioni di Alauna a Maryport. Gli scavi a Tivoli, finanziati da Londra, saranno eseguiti proprio vicino a dove le autorità italiane volevano costruire la nuova discarica del Comune di Roma a Corcolle. Quasi un paradosso che a preservare importanti beni archeologici non sia il paese che li ospita, che anche davanti al rischio di perdere il titolo di patrimonio Unesco per la villa era pronto ad andare avanti e a non ascoltare la lettera degli intellettuali che gridava: “Salviamo Villa Adriana”.

Levett è un appassionato di arte antica che da bambino sognava di diventare archeologo. Ma il sogno non si è avverato ed oggi Levett è il fondatore dell’hedge fund Clive Capital che secondo il Sunday Times vale 380 milioni di euro. Per lui finanziare la spedizione del British Museum è la manifestazione della sua grande passione per l’arte, per il museo invece è una boccata di ossigeno, nell’anno in cui i finanziamenti pubblici sono stati ridotti del 15 percento.

Gli scavi di Villa Adriana saranno concentrati nella zona paludosa del Pantanello, vicino Tivoli, dova già in passato sono stati trovati reperti importanti. Un portavoce del British Museum ha detto: “L’idea è di catalogare con precisione cosa e quando è stato ritrovato e anche di eseguire uno studio dettagliato della zona in situ”. Thorsten Opper, curatore del reparto di statue greche e romane del British Museum, ha dichiarato: “E’ meraviglioso. Mr. Levett non  ha apposto alcuna condizione. E’ motivato da un grande interesse personale, una passione. E’ proprio come succedeva una volta”. In realtà Levett ha fatto solo una richiesta: che almeno negli scavi di Maryport, quelli lungo il vallo di Adriano, possa anche lui sporcarsi le mani con gli archeologi alla ricerca di reperti, affermando: “Certo, sarebbe un grande onore”.