La nemesi dei ricercatori. Sergio Luzzatto su Il Sole 24 Ore

Pubblicato il 16 Settembre 2010 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Ricercatori in protesta a Roma

La protesta dei ricercatori dell’Università di Bologna (che si sono rifiutati di fare lezione perché non si sentono tutelati dalla riforma Gelmini e sono stati sostituiti dal rettore) può suonare come una “vendetta” degli stessi ricercatori che si sentono “sviliti” dall’attuale sistema accademico. E’ questo il punto di vista espresso da Sergio Luzzatto in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore. Secondo Luzzatto, questa forma di contestazione è frutto delle politiche messe in atto negli ultimi 15 anni (riforma “3+2” e incertezza di essere remunerati con la “borsa”). Problemi che sono stati rinviati per anni e che adesso dovranno essere risolti.

«Nell’attuale protesta dei ricercatori, l’università e la politica italiane raccolgono quanto hanno improvvidamente seminato da una quindicina d’anni a questa parte. Il caso di Bologna – dove i vertici dell’ateneo hanno posto un ultimatum ai ricercatori, minacciando di assumere docenti a contratto per garantire i corsi che i ricercatori stessi si rifiutano di tenere – è la punta di un iceberg: in forme appena meno virulente, un identico contenzioso esiste in tutte le nostre università, e l’inizio dell’anno accademico si presenta a rischio dovunque.» []