Rimini. Gloria Gaynor $ 32 mila pagati 4 mila spariti, non canta: i retroscena

Pubblicato il 19 Agosto 2014 - 07:32 OLTRE 6 MESI FA
Rimini. Gloria Gaynor $ 32 mila pagati 4 mila spariti, non canta: i retroscena

Il manifesto annunciava Gloria Gaynor ma lei non ha cantato: aveva preso 32 mila dollari, ma mancavano i soldi per produzione e staff

ROMA – La mancata esibizione di Gloria Gaynor a Rimini la sera dopo Ferragosto è un piccolo giallo all’italiana, in cui non si sa se si debba ridere, imprecare o compatire. La vicenda è molto più complessa di come è stata rappresentata in base alle prime notizieMarco Molendini l’ha ricostruita per il Messaggero di Roma in modo esemplare.

A Rimini, la sera del 16 agosto, migliaia di persone, un terzo paganti due terzi aspiranti portoghesi, volevano ascoltare, ma poi così non è andata,

“la voce di una vecchia gloria della musica buona per tutte le stagioni, soprattutto se c’è da celebrare la golden era della disco music, la sessantacinquenne Gloria Gaynor, cantante di I will survive, canzone diventata manifesto dell’emancipazione femminile e poi inno della comunità gay”.

Il cachet abituale di Gloria Gaynor è

“dignitoso, 25 mila dollari che, a seconda delle occasioni, come questa, può oscillare fino ai 40 mila. […] A Rimini, la serata doveva essere di musica e ballo in piazza Fellini e si è trasformata in un parapiglia degno di una farsa, tra cachet non pagati, quattromila euro che appaiono e scompaiono, pubblico infuriato che non viene neppure informato che il concerto non si fa più, il promoter locale che si mette a piangere, scompare e poi riappare in caserma dai carabinieri.

Il tutto per un evento patrocinato dal comune romagnolo che, naturalmente, se l’è presa a male, almeno quanto Gloria Gaynor che, comunque, se ne torna a casa con 32 mila dollari in saccoccia. Eppure, ieri era arrabbiatissima e preoccupata degli strascichi della vicenda, tanto da lanciare un tweet alle 3 del mattino: «Era tutto pronto – ha scritto – quando il concerto è saltato perché i promoter non erano in grado di pagare il cachet alla produzione e al suo staff. Ci rivedremo».

Quanto all’organizzatore riminese Gianni Succi, che aveva montato la serata The best disco in town (i riminesi già ieri l’avevano ribattezzata The best flop in town), ha spiegato ai carabinieri di «aver perso all’ultimo momento un grosso sponsor».

Ma anche l’incasso latitava, nonostante i prezzi (da 23 a 63 euro). Circa mille e cinquecento i biglietti venduti, con almeno tremila persone che invece si erano preparate a seguire l’evento dalla spiaggia, da dove si vedeva e sentiva benissimo gratis. Così il concerto è cominciato, sia pure con parecchio ritardo e fra segnali tutt’altro che rassicuranti, i maxischermi che non funzionavano, il conduttore che pubblicamente si dissocia per motivi deontologici.

Alle 22 sono saliti sul palco altri reduci della disco, i settantenni Trammps, con il pubblico già surriscaldato, nonostante il freddo della serata. Mentre dietro le quinte si trattava con lo staff della Gaynor, la band di Filadelfia la tirava per le lunghe fra pause e una versione extralarge del loro hit Disco inferno. Quasi una sigla di quello che stava succedendo nel backstage, mentre Gloria Gaynor in macchina attendeva l’evolversi della situazione. In ballo 8 mila e 500 dollari, i soldi che mancavano per completare il pagamento del suo cachet (il resto era stato versato in anticipo), fra telefonate con la sua manager Stephanie Gold in America e trattative per avere uno sconto.

«Dovevano pagarci all’aereoporto, all’arrivo – spiega la signora Gold -, poi ci hanno detto che avrebbero dato i soldi al sound check, infine al momento di salire sul palco. Non l’hanno mai fatto e abbiamo scoperto che nessuno era stato pagato, né i Trammps e né lo staff tecnico. Alla fine sono apparsi quattromila euro, ma invece che consegnarli al nostro direttore musicale qualcuno li ha presi ed è fuggito via».

Scene da pochade con l’elettricista che minaccia di tagliare la corrente, l’organizzatore che piange e si sente male, scambi di minacce, i poveri Trammps che a mezzanotte risalgono sul palco per rabbonire i paganti infuriati, alla fine l’auto di Gloria Gaynor che riprende la via dell’albergo e la serata che va a schifio, peggio di come era cominciata.

La gente che si avvicina al palco, protesta vivacemente, grida “buffoni”. I carabinieri che intervengono provando a placare gli animi e, poi, a far sgomberare la piazza.

«Torneremo» scrive di notte su twitter Gloria Gaynor. Ma i guai con l’Italia non sembrano finiti. A settembre è annunciata una sua nuova data a Milano, all’Alcatraz e i biglietti sono già in vendita sul web. «Abbiamo diffidato l’organizzazione dal continuare a venderli, non c’è nessun contratto e non è stato pagato nessun anticipo» rivendica Stephanie Gold. Buffo: come è complicata la vita di chi non fa altro che cantare Sopravviverò”.