“Addio Keynes, buongiorno Hoover”: Willaim Greider su The Nation

Pubblicato il 22 Giugno 2010 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

La marea nera ha distolto l’attenzione dell’America dalla crisi economica, ma le condizioni degli americani non sono cambiate. Oggi Blitz Quotidiano propone come articolo del giorno un’analisi di The Nation, settimanale statunitense indipendente e progressista. L’autore, William Greider, giornalista politico con un passato al Washington Post, vede nel rifiuto del modello  keynesiano il motivo del perdurare della crisi.

Greider ripercorre la storia dei momenti negativi della dottrina di John Maynard Keynes: il primo si verificò quarant’anni fa. Durante la guerra in Vietnam l’economia era in surriscaldamento ma “il sistema politico fallì nel prendere le corrette decisioni per limitare l’inflazione alzando le tasse e riducendo la spesa statale”.

La fine della stagnazione economica che seguì divenne il fattore centrale per screditare sia i liberali sia il partito democratico.

“Ora, sostiene Greider, stiamo assistendo ad un secondo fallimento della dottrina keynesiana. Questa volta, Washington affronta il problema opposto: un’economia decisamente poco produttiva, in cui il 10 per cento della forza lavoro è senza occupazione e né reddito.

In questa situazione il presidente Obama e il Congresso Democratico, spaventati dal debito pubblico aumentato enormemente, non vogliono fare quel che Keynes prescriverebbe in simili circostanze: incrementare la spesa pubblica e non temere di accrescere il deficit pur di favorire la ripresa.

Il risultato di questa decisione politica sarà tragico per milioni di famiglie, ma anche potenzialmente devastante per il Partito Democratico, che sta implicitamente scegliendo di non far null’altro per salvare il paese. Sbagliare potrebbe essere perdonato, ma non sarebbe perdonata una resa.

Il presidente e i suoi luogotenenti ritengono evidentemente di aver fatto abbastanza. Infatti continuano a ricordarci di aver salvato il paese da una situazione ben peggiore. Ma milioni di americani negano i propri ringraziamenti, dal momento che qualcosa di peggiore è quel che ora loro stanno vivendo.

Le perdite dureranno più a lungo e aumenteranno ancora di più fintantoché Washington non deciderà di agire più audacemente. Gli americani che non hanno mai sentito parlare dio Keynes daranno i loro giudizi su chi biasimare.

Tutto questo rappresenta un fallimento della politica, non della logica keynesiana”.