Fassina, la verità: Imu non si può, non per i soldi, ma per la politica

Pubblicato il 27 Agosto 2013 - 07:37 OLTRE 6 MESI FA
Fassina, la verità: Imu non si può, non per i soldi, ma per la politica

Stefano Fassina; Imu non si può

Sono mesi che ci rompono i timpani con la Imu, abolirla o no? Si arrabattano, ogni giorno i giornali fanno da grancassa a questa sceneggiata invereconda, quello che urla fuori la Imu dall’Italia, quegli altri che piangono come al suk che non hanno le coperture. Scene da accattoni, come uno che guadagna 1.500 euro netti e ti dice che non te ne può dare cinque.

Rosaria Amato su Repubblica porta lo psicodramma all’essenziale:

“Si sono rincorse dichiarazioni sempre più tassative dei due schieramenti: non sembra esserci al momento conciliazione possibile tra il Pdl che esige l’abolizione totale sulla prima casa e il Pd che intende mantenere l’imposta per i proprietari di case di lusso, il 20-30% del totale”.

La sua cronaca onesta lo fa intendere chiaramente: non è questione di soldi, ma di gioco politico. Le parole di Stefano Fassina, viceministro dell’Economia, non lasciano spazio a dubbi:

«Non ci sono le condizioni per cancellare l’Imu sulle abitazioni più ricche. Abbiamo poche risorse e quattro priorità: Imu, Iva, la cassa integrazione in deroga e gli esodati e su queste dobbiamo allocare risorse scarse.

[…]

«Vorrei che il Pdl fosse attento non solo a chi ha un appartamento di 400 metri quadri nel centro delle grandi città ma anche a chi è in cassa integrazione o in pensione. Non ci sono le condizioni per cancellare la Imu sulle abitazioni più ricche, perché non possiamo guardare in faccia un disoccupato e dirgli che non gli diamo l’indennità di disoccupazione di 500 euro perché abbiamo cancellato la tassa sulla casa ai più ricchi».

Eccolo che l’ha detto. Nella repubblica popolare italiana non si può. Se si parla di prime case, i soldi in gioco sono pochi, è una questione di simboli. Berlusconi ha scelto la bandiera della Imu per portare a casa una vittoria di immagine. A sinistra, se gliela mollassero, sarebbero ancor più ingenui di quel che si pensa (non dimentichiamo le nomine di Bersani alla Camera, al Senato, in alcuni ministeri). È ben chiaro che appena avuta la soppressione della Imu sulla prima casa Berlusconi farebbe saltare il tavolo e cercherebbe di presentarsi in campagna elettorale come un eroe peronista per i suoi descamisados.

Il racconto di Rosaria Amato sembra una scaletta per Shylock 2 di un nuovo Shakespeare:

“Dalle indiscrezioni filtrate nelle ultime ore, risulta che i tecnici del ministero dell’Economia siano riusciti a recuperare risorse che potrebbero arrivare a 3,5 miliardi, insufficienti per l’abolizione totale della Imu sulla prima casa (mancherebbe un miliardo), sufficienti invece per la cancellazione totale della prima rata, parziale della seconda e per il finanziamento della Cig in deroga (circa un miliardo di euro). Per l’Iva non rimarrebbe che procedere all’aumento di un punto dell’aliquota del 21%, magari con una parziale rimodulazione del “paniere”, per attenuarne gli effetti”.