“Gulag” no Tav: riunione dei favorevoli con minacce e luce staccata

Pubblicato il 21 Maggio 2013 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
"Gulag" no Tav: riunione al buio con minacce dei favorevoli al treno

Stefano Esposito (Foto Lapresse)

BUSSOLENO – Luce staccata, minacce di botte, insulti. Essere favorevoli alla Tav in Val di Susa può costare caro. Lo sa bene Stefano Esposito, parlamentare del Pd. Lunedì sera, 20 maggio, era in riunione con gli iscritti al dopolavoro ferroviario di Bussoleno (Torino). Una riunione volutamente non pubblicizzata. Nonostante questo, i No Tav l’hanno saputo, e sono arrivati anche lì.

Mentre nella sede una trentina di iscritti discutevano, fuori circa 70 attivisti contrari alla Torino-Lione si sono piazzati davanti all’ingresso per bloccare l’uscita di Esposito, o quanto meno contestarlo.

Eppure a quella riunione si voleva solo discutere. E non c’era solo lui, non c’erano solo favorevoli all’Alta Velocità che passa attraverso la Val Susa. Ad esempio c’era Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone. O chi, come il sindaco di Sant’Antonino, Antonio Ferrentino, è passato dal No al Sì alla Tav.

La presenza di Esposito non è piaciuta nemmeno a Plano: “Venire qui è stata una provocazione, non era il caso”. Esposito gli ha risposto a distanza: “Io vado dove decido di andare. Se per Plano sono un problema quei 50 soggetti pregiudicati fuori, io sto bene con Giancarlo Caselli dall’altra parte della sponda”.

Ma quei “50 soggetti” non hanno certo reso la serata facile. Oltre ad assediare per tre ore e mezzo gli iscritti al Pd hanno staccato la corrente elettrica. La riunione è andata avanti lo stesso, solo con le luci di emergenza. Come ai tempi della carboneria. Come se si stesse organizzando una rivoluzione.

All’esterno, le grida degli attivisti: “La Valle non vi vuole, andate via!”. “Esposito ti aspettiamo fuori”. Persino minacce di botte, ha raccontato Esposito.

Alla fine, verso mezzanotte, i politici sono usciti nelle auto scortate dalle forze dell’ordine. E di nuovo insulti:  “Vergogna, giù le mani dalla Val Susa”. “Ma se vi hanno trattato come la carta igienica di Berlusconi”.

Nella zona, al cantiere di Chiomonte, nei prossimi giorni arriverà anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Le protste, già si sa, sono assicurate.

Il video della protesta (Corriere Tv)