Migranti, Alfano: “Hotspot galleggianti, così non fuggono”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Maggio 2016 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Alfano: "Hotspot galleggianti, così non fuggono"

Migranti, Alfano: “Hotspot galleggianti, così non fuggono”

ROMA – Il piano europeo sui ricollocamenti dei rifugiati si rivela un flop, la Commissione europea chiede all’Italia di aprire nuovi hotspot per l’identificazione dei migranti e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, propone di aprire hotspot galleggianti in mare: “Così nessuno può fuggire”.

Il terzo monitoraggio condotto da Bruxelles sulla ridistribuzione di 160mila profughi entro settembre 2017 ha rivelatp che ne sono stati effettuati solo 1.500, 591 dall’Italia e 909 dalla Grecia: meno dell’1%. Il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, è tornato a sollecitare azioni urgenti. I numeri degli arrivi preoccupano Bruxelles, che prevede la necessità di aprire nuovi hotspot questa estate.

E all’indicazione risponde il ministro Alfano: “C’è disponibilità assoluta da parte nostra, anche perché ci conviene, e decideremo dove farlo in base alle esigenze”, avverte il capo del Viminale, che nei giorni scorsi aveva lanciato l’ipotesi di hotspot galleggianti: “Consentiranno di fare le operazioni di identificazione direttamente a bordo, senza far fuggire nessuno, e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e Frontex”, spiega Alfano, riferendo che “la Commissione ha dato un parere sostanzialmente favorevole, pur evidenziando alcune criticità”.

A breve, in ogni caso, saranno aperti due nuovi hotspot su terra, che si aggiungeranno a quelli già operativi a Pozzallo, Lampedusa, Trapani e Taranto. La roadmap italiana consegnata alla Commissione europea prevedeva cinque strutture, ma ne sarà attivata anche una sesta in un secondo momento.

Occasione per parlarne sarà il consiglio Interni Ue a Bruxelles di venerdì, dove si discuterà anche di ‘migration compact’, di accelerazione sui rimpatri, e degli obiettivi mancati sui ricollocamenti. Negli ultimi due mesi sono stati solo 355 i richiedenti asilo ridistribuiti, contro un obiettivo di 20mila e un ritmo che a regime si voleva di 6mila al mese. Austria, Ungheria e Slovacchia (che da luglio avrà la presidenza di turno) non hanno ancora offerto impegni ad accogliere alcun profugo. Repubblica Ceca, Bulgaria ed Estonia continuano a rifiutare le richieste di ricollocamento, senza giustificazioni valide. La Polonia ha applicato una ‘sospensione de facto’ della procedura.

Comunque la maggior parte dei Paesi non dimostra sufficiente impegno. Solo per fare un esempio, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Paesi Bassi, Polonia e Spagna hanno offerto il 5% o meno delle allocazioni loro assegnate. Stupiscono in particolare i dati di Berlino che, nonostante abbia sempre spinto per la politica dei ricollocamenti, in concreto, ad oggi ne ha fatti solo 57 sui 27.536 previsti. Madrid 18 su 9.323.

Di fronte a questo scenario brillano i dati della Finlandia, con 259 richiedenti asilo accolti su 2.078, e della Francia, con 499 su 19.714. D’altra parte, viene fatto rilevare, negli ultimi mesi ci sono stati anche episodi di profughi che si sono rifiutati di partire per destinazioni come Bulgaria, Romania e i Paesi Baltici. Per questo motivo si è deciso di preparare brochure per illustrare le attrattive dei vari Paesi.