Padre Lombardi: “Papa Francesco protesse molti durante la dittatura argentina”

Pubblicato il 15 Marzo 2013 - 14:39| Aggiornato il 6 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – Bergoglio ”fece molto per proteggere la gente durante la dittatura” e una volta diventato arcivescovo di Buenos Aires ”chiese il perdono per la Chiesa, per non avere fatto abbastanza durante il periodo della dittatura”. Lo ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing.

”La campagna contro Bergoglio è ben nota – dice Padre Lombardi nella dichiarazione letta durante il briefing con i giornalisti – e risale già a diversi anni fa. E’ portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è nota ed evidente. L’accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina, e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. Non vi e’ mai stata un’accusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare. E’ noto il ruolo di Bergoglio, una volta diventato vescovo, nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono quindi all’uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione”.

Jorge Maria Bergoglio è entrato nel mirino dei suoi critici per il comportamento tenuto durante la lunga stagione del regime militare: complice secondo alcuni, tanto da segnalare da capo della Compagnia di Gesù ai generali la presenza di due gesuiti sovversivi; innocente secondo altri e anzi solidale con i due tanto da proteggerli e fornire loro i passaporti per lasciare il Paese.