Cinema: 12 milioni e La Dolce Vita diventa in 3d

Pubblicato il 24 Maggio 2010 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA

In un mercato del cinema sempre in crisi, l’innovazione si fa largo: uno dei modi che sta prendendo piede è  la conversione delle pellicole tradizionali in 3d. Un processo che permette di rendere ancora spendibili commercialmente classici come ‘La dolce vita’, ‘Otto e mezzo’ o ‘Casablanca’, visti questa volta in una prospettiva tridimensionale.

L’unica difficoltà sonbo i costi della conversione. Si devono infatti investire cifre importanti, ma non impossibili: tra gli ottantamila e i centomila dollari per ogni minuto di film convertito. Un esempio: un film come ‘La dolce vita’ di Federico Fellini, il capolavoro che quest’anno compie 50 anni e che vinse il festival di Cannes nel maggio di mezzo secolo fa, con le sue due ore scarse costerebbe 12 milioni di euro.

Al Festival di Cannes che si è chiuso il 23 maggio la Reliance MediaWorks e la sua società collegata In-Three, specializzata appunto nella conversione di film tradizionali in 3D, hanno fatto il punto sulla questione. “Non c’é alcun problema tecnologico – spiega Damian Wader, vicepresidente del Business Development – ma casomai solo di tempo e soldi”.

In-Three sta ora realizzando la conversione tridimensionale di film cult come Titanic, Star Wars, Matrix, Tranformers 2 e l’originale Nightmare, di cui ha presentato sulla Croisette alcuni spezzoni. E, secondo Wader  “è potenzialmente in grado di fare qualsiasi cosa”.

“Abbiamo recentemente lavorato su una versione 3d di Casablanca e il risultato è strabiliante, ma il problema economico resta. Una conversione costa tra gli ottantamila e i centomila dollari al minuto. Restaurare un film come La Dolce Vita costerebbe, attualmente, intorno ai dodici milioni di euro. Una somma che è difficile immaginare venga stanziata”.

Al di là della conversione in 3d, i grandi archivi delle cinematografie mondiali possono rivolgersi alla Reliance per l’eventuale restauro in HD di film, che possono poi essere venduti alle televisioni e proiettati in sala in digitale.

“Nei nostri studi in India lavorano milleduecento persone che si dedicano soltanto a questo, spiega Patrick Von Sychowski, a capo della strategia di Reliance. Abbiamo posto per tutti. Vogliamo sviluppare un’offerta economicamente sostenibile per tutti i grandi archivi mondiali”. E i costi per restaurare Otto e Mezzo o La Grande Illusione? “Dipende dallo stato di conservazione, conclude Sychowski, ma una cosa è certa: sicuramente inferiore al budget dei pranzi e dei cestini di Avatar”.