Pacco bomba alla Deutsche Bank: rivendicato da anarchici italiani

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 18:17 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – Sono anarchici italiani e con la prima lettera a base di esplosivo hanno avvertito: le bombe sono tre. La Federazione anarchica informale (Fai) ha rivendicato il pacco bomba inviato all’amministratore delegato della Deutsche Bank Joseph Ackermann. Un plico intercettato ieri, nella sede centrale dell’istituto di Francoforte, e disinnescato per fortuna senza danni.    Hanno un debole – quasi dichiarato – per ‘Babbo Natale’, e tornano all’attacco spesso a dicembre: la Fai e’ infatti il gruppo che un anno fa tenne col fiato sospeso, nel pieno delle festivita’ natalizie, la citta’ di Roma, attaccando diverse ambasciate (svizzera, cilena e greca). Ed era sempre Natale – del 2003 – quando fecero esplodere due cassonetti dell’immondizia a pochi metri dall’abitazione bolognese di Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea. ‘Operazione Santa Klaus’, appunto.

Gli inquirenti tedeschi si aspettano a questo punto che vi siano due pacchi pronti ad esplodere in circolazione. Nella lettera di rivendicazione gli anarchici annunciano ‘tre esplosioni contro banche e banchieri, zecche e sanguisughe”.    Ad Ackermann e al personale del primo istituto di credito tedesco e’ andata bene: la busta formato gigante indirizzata al Ceo conteneva infatti un ordigno che sarebbe esploso con l’apertura. ”Poteva certamente essere pericoloso”, ha spiegato la polzia dell’Assia in mattinata, chiarendo in un primo momento che a contatto con l’aria la ”polvere esplosiva” sarebbe esplosa. Successivamente un comunicato ufficiale ha spiegato che nel plico era contenuta ”una bomba in funzione”.

Consegnata ieri intorno alle 12 alla sede della banca di Francoforte, la busta pero’ non ha superato i controlli di routine: ai metal detector sono risultate delle forme sospette. Cosi’ e’ stata isolata e analizzata. Le prime notizie a riguardo sono trapelate da New York, dove il livello di allerta negli istituti di credito e’ aumentato. Secondo il New York Times, inquirenti americani e tedeschi continuano a collaborare sul caso.

Ackermann e’ un banchiere svizzero, uno dei manager piu’ potenti e contestati della Germania. Sessantadue anni, sposato, con una figlia, un passato alla Credit Suisse, ha preso la Deutsche Bank in un momento di difficolta’ conducendola con successo attraverso la crisi. Ha annunciato l’intenzione di lasciare entro il maggio 2012. Come manager e’ sempre nel mirino dei contestatori: recentemente il movimento ‘Occupy’, che ha un messo su un presidio di protesta a Francoforte dal 15 ottobre scorso, ha interrotto un discorso dell’amminsitratore delegato ad Amburgo. Ackermann pero’ e’ stato sportivo e ha dato la parola ai suoi contestatori. Preso il microfono un giovane mascherato gli ha dato del ”manager piu’ spregiudicato del mondo”.

Oggi pero’, quello stesso movimento, ha preso le distanze dall’accaduto: ”Condanniamo ogni azione che ha a che fare con la violenza – ha detto Frank Stegmaier a Spiegel – Abbiamo altri modi di protestare”.    Il modo della Fai, invece e’ questo: spedire pacchi bomba a svariate istituzioni, per le sue campagne rivoluzionarie, come il movimento le defini’ in una lettera aperta del 2006. In passato i pacchi esplosi hanno ferito chi se li e’ trovato fra le mani. Le azioni sono una trentina.