Bossi: “Gli africani in Germania”. L’Europa: “Italia, te li tieni”. Rischio 200-300 mila migranti in arrivo

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – ‘Li spediamo oltralpe’. ‘Macché, te li tieni’. Tra l’Italia e l’Ue scoppia la lite e al centro ci sono gli immigrati che Umberto Bossi vorrebbe mandare in Francia e Germania “perché qui da noi ci ne sono già tanti, troppi”. Il ragionamento europeo, però, fila pressoché così: “Noi vi aiutiamo ma ve li tenete voi”, o meglio “noi vi aiutiamo con uomini e soldi, ma gli immigrati ve li dovete tenere”.

”Solidarietà” con il governo italiano, ”disponibilità a fornire materiale umano e mezzi finanziari”. Il messaggio Ue viene dato ai media, ma il sottotesto è meno conciliante con Roma: non ci sarà alcuna apertura, Bruxelles non ha intenzione di distribuire i migranti. La patata bollente del flusso nordafricano non si divide.

I governi del nord Europa hanno intenzione di mettere sul tavolo del Consiglio affari interni e giustizia (Gai), che si terrà giovedì e venerdì prossimi, la disponibilità a considerare la questione delle rivolte nei Paesi arabi come ”un problema europeo”, ma fanno notare che ”un paese di 60 milioni di abitanti non può avere problemi a fronteggiare qualche migliaio di migranti”.

Inoltre osservano che ”la legislazione europea è chiara”: nel senso che la gestione degli immigrati, intesa come rimpatrio degli illegali e valutazione delle domande d’asilo, spetta al Paese in cui essi approdano. ”Tra l’altro l’Italia non ha voluto alcuno degli immigrati che sono arrivati a Malta. E a suo tempo la Germania non battè ciglio di fronte ai 300.000 che arrivarono nel paese al tempo della crisi nei Balcani”. Eppure secondo Palazzo Chigi i migranti in arrivo sarebbero 200-300 mila proprio sulle coste italiane.

Anche l‘Alto commissariato per le Nazioni unite chiede all’Italia di non respingere i migranti: Melissa Fleming, la portavoce  Unhcr dell’Acnur, ha detto che l’Italia è tra i paesi che “più probabilmente riceveranno un afflusso di persone in fuga dalla Libia”, tra cui cittadini libici e profughi di altre nazioni. “Stiamo dicendo, “per favore, non respingeteli””. E’ il momento di mostrare spirito umanitario e generosità verso gente che ha subito un forte trauma”

L’Italia è pressata, cosa fare allora? Un aiuto politico potrebbe arrivare con la disponibilità ad una azione comune dei 27 nei confronti dei paesi di origine per ”convincerli” a facilitare la riammissione degli espatriati. Questa ipotesi però sembra improbabile, almeno adesso.

Ma la questione Europa-Libia-Italia è più complicata. Perché se l’Ue “sostiene” le rivolte, come quella libica, Tripoli ha tutta l’intenzione di riempirla di migranti. Il primo Paese a pagarne le spese è l’Italia: perché dopo il patto di amicizia firmato con il colonnello, dati del Viminale alla mano, gli sbarchi a Lampedusa sono diminuiti del 98%, passando da 37 mila a del 2009 a 404 del 2010.

In realtà qualche dubbio che il colonnello stia facendo il doppio gioco è già venuto in mente ai nostri 007 riguardo all’ondata di sbarchi che ha già mandato in tilt il sistema di controlli dell’immigrazione clandestina nella “frontiera Mediterraneo”.

Il sospetto è che a Libia ha preferito tacere rispetto ai flussi migratori, quelli che si muovevano dal deserto libico verso i confini della Tunisia. Avrebbe lasciato passare alla frontiera migliaia di clandestini per evitare che l’effetto delle rivolte di piazza di Tunisi e del Cairo si ripercuotesse su Tripoli, senza rispettare dunque i patti con Roma.

Eppure alla fine il tappo è saltato, anche nella terra della rivoluzione del Libro Verde e i libici sono scesi in piazza.  Il rais li ha fatti bombardare, ma i manifestanti sono rimasti a protestare: prima a Bengasi e poi a Tripoli. La paura di vedere arrivare barconi su barconi sulle acque siciliane si fa sempre più concreta.

Ma il Senatur Bossi ha già la sua soluzione: “Se arrivano li mandiamo in Germania”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa però ha già individuato tre aree dove eventualmente ospitare gli immigrati: dal Viminale è stato chiesto alla Difesa di ”individuare delle aree per ospitare gli extracomunitari che dovessero sbarcare in Italia per la crisi in Libia e nel Maghreb: ne abbiamo gia’ individuate tre, aree della difesa dismesse, con terreni e fabbricati”. I militari, poi, ha aggiunto La Russa ”potranno essere impiegati per la vigilanza di alcuni dei nuovi centri per immigrati, come quello di Mineo, nel Catanese”.

In pratica, l’Italia al massimo può ospitare, ma poi il problema va diviso con gli altri 26 paesi Ue, secondo il ragionamento del governo. A questo si aggiunge il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo che ha detto dal suo blog:  “Io sono per l’accoglienza e la solidarietà. Accogliere vuol dire che non bisogna sicuramente sparargli addosso come qualcuno ha ipotizzato. Però sistemiamoli in un territorio e in un ambiente nel quale ci sono opportunità di lavoro come la Lombardia o il Veneto. E’ assurdo metterli in Sicilia“. Eppure, come ricorda il Centro italiano per i rifugiati, in Libia “in alcuni centri di detenzione i migranti vengono costretti con minacce di morte ad arruolarsi nelle truppe mercenarie”.