Acquapendente (Viterbo): uccide moglie e figlio e si suicida. Imo Seri pensava di essere malato

Pubblicato il 11 Marzo 2011 - 16:38 OLTRE 6 MESI FA

ACQUAPENDENTE (VITERBO) – Oltre ad avere gravi dissapori con la moglie per una relazione extraconiugale, temeva di aver contratto una grave forma di epatite e di averla trasmessa al figlio e alla stessa moglie. E’ l’ultimo elemento raccolto dai carabinieri scavando nel recente passato di Imo Seri, l’uomo di 40 anni, che ad Acquapendente, in provincia di Viterbo, ha massacrato a martellate la moglie Tamara Sperandini, di 37 anni, il figlio Francesco di 4 e poi si è ucciso tagliandosi le vene ai polsi e la gola.

Il timore di essere malato e di aver contagiato i familiari era diventata una vera e propria ossessione da quando, alcune settimane fa, aveva scoperto che la donna con la quale aveva avuto un rapporto occasionale non protetto era malata di Hcv, ovvero una grave forma di epatite. La circostanza è stata confermata ai carabinieri dal medico di famiglia, il quale ha riferito che Seri si rivolgeva continuamente a lui per manifestargli i suoi timori. Nemmeno l’esito negativo delle analisi cui si era sottoposto era riuscito a tranquillizzarlo, tanto che ad ogni minimo disturbo tornava dal medico.

I nuovi elementi, secondo gli investigatori, rendono più complesso in quadro in cui è maturata la mattanza: il combinato disposto delle due situazioni potrebbero aver inciso profondamente nella psiche dell’uomo, che già durante il servizio militare aveva sofferto di un forte esaurimento nervoso, dal quale era uscito una volta congedato.