Bologna: presunto pedofilo chiede gli arresti domiciliari in parrocchia, la Curia rifiuta

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 17:49 OLTRE 6 MESI FA

Un uomo arrestato la scorsa estate nel bolognese per violenza sessuale nei confronti di un ragazzino di 13 anni aveva chiesto di andare ai domiciliari in una parrocchia, con il consenso del parroco. Il pubblico ministero Alessandra Serra che si occupa delle vicenda, vista la disponibilità del parroco, ha segnalato la situazione alla curia, che ha risposto al magistrato sottolineando che il sacerdote non aveva chiesto l’autorizzazione alla gerarchia ecclesiastica e concordando sull’inopportunità della situazione.

Dopo l’intervento della Curia il sacerdote ha revocato la sua disponibilità. Il carteggio tra pm e Curia risale allo scorso anno ma i contenuti si sono appresi ora, in vista del rito abbreviato davanti al gup Andrea Santucci in programma venerdì prossimo. L’uomo, con una invalidità al 100% per cardiopatia, poi è andato ai domiciliari a casa sua.

La parrocchia in cui aveva chiesto di stare ai domiciliari, tra l’altro, svolge molte attività con bambini e ragazzini. Il fatto che portò in carcere l’uomo risale al 16 maggio 2009. L’uomo aveva allestito il suo garage con giochi, computer e videogame ed era diventato un punto di riferimento per i ragazzi del paese del bolognese oltre ad essere benvoluto anche dalle famiglie, che lo invitavano a pranzo.

Il 16 maggio uno dei ragazzini che frequentavano il garage telefonò per sapere se poteva andare a giocare. L’uomo disse di sì, ma aggiunse che doveva farsi la doccia. Quando il ragazzino arrivò – secondo l’accusa – prima venne invitato a fare la doccia con il maggiorenne. Poi l’uomo gli propose un massaggio. Massaggio che venne fatto con una certa insistenza sul fondo schiena e anche sul basso ventre. Poi ci sarebbe stata un breve violenza.

Il ragazzino dopo andò nel garage ma cominciò a stare male e scappò a casa e raccontò subito quello che era accaduto alla madre. Venne fatta denuncia e i carabinieri del Ris repertarono tracce biologiche inequivocabili nella casa dell’uomo. A fine giugno scattarono le manette. Poi la richiesta dei domiciliari in parrocchia.