Bolzano, la Corte dei Conti: “Pressioni del Quirinale per salvare Durnwalder”

Pubblicato il 4 Marzo 2013 - 16:09| Aggiornato il 24 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il procuratore regionale della Corte dei Conti in Trentino Alto Adige accusa: il Quirinale avrebbe fatto pressione sulla Corte per aiutare il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, il leader del partito Südtiroler Volkspartei, Luis Durnwalder, citato in giudizio per un danno erariale di 1 milione e 600 mila euro.

L’ingerenza, in una inchiesta per cattiva amministrazione del denaro che lo Stato elargisce in abbondanza alla provincia di Bolzano, da parte del Presidente della Repubblica e dei suoi consiglieri è stata denunciata da Robert Schülmers, procuratore della Corte dei Conti per la regione Trentino Alto Adige, in una lettera indirizzata al Presidente dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti, Tommaso Miele, ed inviata via e-mail a tutti i magistrati della Corte.

“La misura è ormai colma”, ha scritto Schulmers nella email. La vicenda riferita da Schülmers ha inizio “meno di un anno fa, ossia a fine giugno 2012, [quando] il Presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, [telefona allo stesso Schülmers per chiedergli, nelle sue] “funzioni di Procuratore regionale, di stare più tranquillo nei confronti dei vertici politico-istituzionali della Provincia autonoma di Bolzano”. Altrimenti, avrebbe detto Giampaolino a Robert Schülmers, e qui il preciso procuratore è in dubbio, perché, riferisce, la “labiale non [fu] comprensibile).

Al centro della telefonata ci sarebbe stato il presidente della Provincia di Bolzano e leader della Sudtiroler Volkspartei, Luis Durnwalder, citato in giudizio, come racconta Marco Lillo sul Fatto, per un danno erariale di un milione e 600 mila euro.

A quanto risultava a Schülmers, Durnwalder, “già condannato una volta dalla Corte dei conti, in attesa di giudizio in due altri processi pendenti e al tempo sottoposto ad altre due indagini, si era lamentato [dello stesso Schülmers] nientemeno che presso il Quirinale, in occasione di una visita ufficiale, e Napolitano, da lui invitato per settembre 2012 a Bolzano per ricevere una solenne onorificenza, aveva subito dato mandato ai suoi ormai famosi “consiglieri” di intervenire presso la Corte dei conti, muniti di apposito dossier sul sottoscritto (cause vinte e soprattutto cause perse, come se queste fossero indice di inettitudine del Procuratore) per vedere se si poteva fare qualcosa per ricondurre a ragione questo indisciplinato magistrato. Il tutto pregando i nostri vertici “di non prendere appunti”, perché il Quirinale, formalmente, non voleva essere coinvolto nella vicenda.

Scrive il Fatto:

La lettera più devastante è del primo marzo scorso. Schulmers scrive al procuratore generale Nottola contestandogli il suo comportamento: “In data 5 giugno 2012 il Presidente provinciale Luis Durnwalder si reca in visita ufficiale al Quirinale e, tra una chiacchiera e l’altra – scrive il procuratore del Trentino al suo capo – chiede un intervento del Capo dello Stato, come già scritto in precedenza. Dopo neppure un paio di giorni arriva una tua (di Nottola Ndr) telefonata in cui, come prima cosa, mi chiedi se ho un numero di telefono diverso da quello della Corte su cui chiamare. No, mi dispiace, io uso solo quello. Ma ho già capito”. Cosa c’era di così delicato da riferire, dopo l’incontro al Colle Napolitano-Durwaldner? Prosegue Schulmers: “Mi metti al corrente che la settimana entrante, credo di martedì, ti attende un appuntamento con un personaggio importante che ti deve raccontare delle cose su di me e non vuoi essere impreparato. Mi chiedi di predisporre una relazione sulla situazione. Ma di spedirtela non all’indirizzo della Corte, ma al tuo indirizzo di posta elettronica privata. Non vuoi che resti nulla sul server della Corte”.