Braccialetto elettronico: attivi solo 9 su 450 disponibili

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Su 450 braccialetti elettronici disponibili per il controllo a distanza di detenuti sottoposti a misure alternative al carcere e per i quali lo Stato paga dal 2003 un canone annuo di quasi 11 milioni di euro, quelli realmente in funzione sono appena il 2%: nove in tutta Italia. Ma non e' il solo dato su cui riflettere: la gran parte dei kit attivi, quasi il 70%, vengono utilizzati in una delle regioni piu' piccole del Paese, il Molise che ha il record assoluto di 6 braccialetti in funzione.

Mentre il ministro della Giustizia Paola Severino sta verificando se effettivamente convenga rilanciare il braccialetto elettronico tra le misure per alleggerire la pressione sulle carceri, il punto sull'uso di questo strumento e' stato fatto a Roma nel corso di un seminario dedicato all'efficienza degli uffici giudiziari, organizzato da Unita' per la Costituzione, la corrente di maggioranza dei magistrati.

''Il braccialetto elettronico potrebbe costituire la grande novita' per venire incontro alle esigenze legate al sovraffollamento delle carceri e di introduzione di forme alternative alla detenzione carceraria'' sottolinea il consigliere del Csm Riccardo Fuzio, che e' stato tra i promotori dell'appuntamento di Roma, nel corso del quale il presidente facente funzioni del Tribunale di Campobasso Enzo Di Giacomo e il procuratore Armando D'Alterio hanno documentato gli accordi che hanno consentito ai loro uffici di utilizzare 6 dei 9 braccialetti attivi.

''L'interesse suscitato dall'iniziativa- riferisce Fuzio- ha convinto i responsabili delle competenti strutture ministeriali a incontrare domani i dirigenti degli uffici di Campobasso''.