Brosio: “Nell’orgia ho recitato l’Ave Maria, da allora sono strumento della Madonna”

Pubblicato il 16 Novembre 2009 - 15:44| Aggiornato il 26 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA

brosioLa moglie incinta di un altro, il padre morto da meno di due mesi e il locale appena bruciato: Paolo Brosio al baratro ha scelto l’illuminazione: prima l’alcol, la droga e il sesso, poi ha svoltato verso la fede. Per lui Dio c’entra sempre: ergo, altro che suicidio, l’ex inviato di Fede (Emilio) ha optato per la Madonna.

In preda al delirio della depressione, da marito tradito e ferito e da figlio sofferente, piuttosto che pensare a «prendere un bastone e spaccare la testa a quello là», come dice lui ha preferito fare male a se stesso. «La coca è terribile: ti fa sembrare possibili cose che non potresti neanche immaginare», racconta, ed è praticamente quello che gli è successo.

«Una notte a Torino mi è come esploso il petto, sentivo il cuore che pompava da matto. Solo che non era il cuore, era la coscienza: una voce, dentro, diceva “prega, di’ l’Ave Maria”. Ero sconvolto, anche perché tutto succedeva in un momento di divertimento esasperato, cioè un’orgia», spiega.

Effettivamente più che a un passo dal baratro, forse c’era già caduto. Nel bel mezzo di una festa con ragazze e stupefacenti Brosio si è messo a recitare l’Ave Maria, che per lui si è rivelato una sorta di elisir di salvezza.

«Il giorno dopo ho chiesto in albergo qual era il santuario più famoso di Torino. Mi hanno mandato alla Consolata, dove ho incontrato Don Ferruccio: uno degli strumenti che Dio ha regalato alla mia salvezza. Mi sono confessato e gli ho raccontato la mia vita. Tutta. Uno choc. Si agitava nel confessionale: vedevo la tendina tremare. “No, basta. Non puoi aver fatto questo”. Gli ho parlato della droga, delle donne. Gli ho rivelato di quando al liceo avevo portato la mia ragazza ad abortire. Non lo sapeva nessuno, neanche mia mamma. Alla Consolata ho capito che la preghiera è il Toradol dell’anima, fa sparire il dolore. E lì ho riscoperto la Madonna: era il 3 gennaio del 2009. Il 2 febbraio sono andato per la prima volta a Medjugorje».

Da quel viaggio a chi lo deride o lo accusa di aver perso completamente il senno risponde che è successo anche a San Francesco. Dice che forse era pazzo prima, ora è guarito. Perdeva la testa per le belle donne, adesso invece per la Vergine Maria: «Matto io? Preferisco considerarmi uno strumento nelle mani della Madonna. E la Madonna, credimi, non è scema».

Per raccogliere tutti i dettagli del suo cammino spirituale ha scritto un libro:  “A un passo dal baratro”.