Cadaveri trovati nel Garda: l’assassino si è ispirato a una fiction tv

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA

Pensava di farla franca perché convinto di conoscere le tecniche investigative attraverso le fiction televisive, ma a Daniele Bellarosa la messainscena dei corpi dei due anziani genitori avvolti nei cartoni e della testa dentro un sacchetto e poi buttati nel Garda non è servita a nulla. ”I Ris – ha detto il capitano Francesco Milardi, della scientifica dei carabinieri di Verona – se li è trovati in casa”.

Le fasi dell’uccisione, venerdì scorso, di Enzo Bellarosa e della moglie Francesca Benetti da parte del figlio quarantaseienne, nel garage della loro casa a Carpi (Modena), e degli elementi che hanno portato i militari dell’arma a individuarlo sono stati ricostruiti oggi nel corso di un incontro, dopo che ieri sera, al termine di un lungo interrogatorio, Daniele Bellarosa è crollato e ha confessato.

”Si è trattato – ha detto il col. Paolo Edera, comandante provinciale dei carabinieri di Verona – di un delitto efferato che ci ha preoccupato moltissimo. E che dimostra per l’ennesima volta che le tragedie si possono annidare nei luoghi più sicuri”. Gli investigatori hanno detto di essersi mossi con molta circospezione una volta individuata l’abitazione del presunto assassino a Carpi perché erano a conoscenza del suo stato di depressione e del fatto che in casa c’era un fucile da caccia non denunciato.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il duplice omicidio è avvenuto verso l’ora di pranzo di venerdì scorso. Dopo aver strangolato i due anziani genitori, l’omicida ha subito avvolto le loro teste con sacchetti di plastica in modo da impedire che dalla bocca potesse uscire del liquido, con un sistema pare proprio ispirato alle fiction televisive. Una volta legati e avvolti nel cartone, i cadaveri sono stati caricati da Bellarosa nel bagagliaio della sua auto, una Volvo. La scelta del Garda come luogo per cercare di far sparire i due corpi sarebbe legata solo alla conoscenza dell’area di Peschiera da parte del figlio che durante il tragitto da Carpi ha superato anche un fiume.

Venerdì sera, verso le 21.45, la Volvo è stata ‘fotografata’ da una telecamera comunale poco lontano da Peschiera del Garda. Il reo confesso ha raccontato anche ai carabinieri di essere uscito al casello di Sirmione perché poco prima di Peschiera era stato superato da una pattuglia della polstrada e si era spaventato. Una volta buttati in acqua, i due cadaveri erano riemersi ma poi avevano preso il largo e l’assassino si era allontanato tranquillo, convinto che poi sarebbero finiti sul fondo del lago.