Condizionatori e riscaldamenti alla Draghi negli uffici pubblici: temperature calmierate, basta sprechi

Condizionatori e riscaldamenti più bassi negli uffici pubblici: temperature calmierate, basta sprechi, proprio come aveva chiesto il premier Draghi.

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 8 Aprile 2022 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA
Condizionatori e riscaldamenti alla Draghi negli uffici pubblici: temperature calmierate, basta sprechi

Condizionatori e riscaldamenti alla Draghi negli uffici pubblici: temperature calmierate, basta sprechi (Foto d’archivio Ansa)

Basta sprechi energetici negli uffici pubblici: condizionatori e riscaldamenti saranno usati con parsimonia. Sono gli effetti di quello che ha detto Draghi qualche giorno fa, quando ha detto se si preferissero i condizionatori accesi o la pace.

Il riferimento è ai problemi di approvvigionamento di gas dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Con il conseguente aumento delle bollette. Il premier ha chiesto un sacrificio a tutti affinché vengano evitati sprechi con i riscaldamenti o con l’aria condizionata. E, per dare il buon esempio, ha cominciato ad abbassare i consumi nella pubblica amministrazione.

Condizionatori e riscaldamenti calmierati negli uffici pubblici

Stop al condizionatore selvaggio negli uffici pubblici. Le commissioni Ambiente e Attività produttive hanno posto un limite al riscaldamento e alla climatizzazione. La temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza. Lo stabilisce un emendamento al decreto bollette dal primo maggio al 31 marzo 2023. Arriva così una prima risposta del Parlamento alla crisi energetica.

Esenzione dell’imposta di registro per gli immobili destinati agli ucraini

Un’altra novità dell’ultima ora è l’esenzione dell’imposta di registro per gli immobili dati in comodato d’uso a profughi provenienti dall’Ucraina, prevista da un altro emendamento.

Dopo più di un mese dalla presentazione del decreto ‘Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali’, sono iniziate così le votazioni del disegno di legge di conversione. 

Al centro del tira e molla c’è il superbonus. I gruppi sono infatti compatti nel chiedere una proroga, almeno di un mese, del termine del 30 giugno per effettuare un terzo dei lavori per le villette e una precisazione su cosa si intenda per il 30%, ma il ministero dell’Economia resiste per via dei costi dello slittamento, che sarebbero di 40-50 milioni.

Le altre misure per il risparmio energetico

Tra le misure che hanno avuto il via libera del governo c’è, per esempio, la semplificazione della procedura di installazione di un impianto fotovoltaico che viene estesa alle opere connesse. Un’altra misura riguarda la destinazione alle piccole e medie imprese gasivore, come le vetrerie di Murano, di un terzo della produzione nazionale di gas a prezzi calmierati. Inoltre viene istituita la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, il 16 febbraio. E vengono ripartiti a favore di radio, tv locali, periodici e quotidiani locali 45 milioni di euro di fondi non utilizzati.