“Equitalia non ha alcun debito con l’Ama”. Ma Bechis ha le prove

Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 15:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Equitalia non paga le tasse”: Franco Bechis torna sul paradosso, denunciato la scorsa settimana, con tanto di prove alla mano. Qualche giorno fa il vicedirettore di Libero aveva denunciato una presunta morosità dell’agenzia di riscossione delle tasse nei confronti dell’Ama, la municipalizzata che gestisce i rifiuti di Roma. Immediata era stata la replica di Equitalia che aveva negato l’esistenza di debiti con l’Ama, spiegando di aver “inviato le planimetrie relative alla nuova sede per consentire il calcolo della tariffa rifiuti e Ama, con nota del 22 maggio 2012, ha risposto di ‘pazientare ad attendere un nostro riscontro’, a causa di problematiche interne alla società municipalizzata”.

La nuova segnalazione riguarda in particolare tre bollette della società controllata da Equitalia, nei confronti dell’Ama. Le tre bollette non pagate sarebbero rispettivamente di 8.281,48 euro, 17.613,93 euro e 49.691,38 euro. Le bollette avevano scadenza al 28 ottobre 2011. Gli interessi applicati dall’Ama su base annua sono stabiliti al 3,5%.

Scrive Bechis, commentando il comunicato dell’azienda presieduta da Attilio Befera:

In effetti non era la capogruppo a non avere ancora pagato la tassa dei rifiuti a 7 mesi dalla sua scadenza, ma la controllata Equitalia Sud. Nel comunicato si spiegava quindi che all’Ama da quest’ulti – ma “nel 2010 e nel 2011 sono stati versati 125 mila euro; mentre 75 mila euro sono in corso di pagamento, secondo le normali procedure. Di conseguenza, la notizia relativa alla morosità di Equitalia nei confronti di Ama è falsa e destituita di ogni fondamento”. Il comunicato si chiudeva con lo stanco rituale della minaccia alla libertà di stampa, preannunciando cause di ogni genere “per il grave danno provocato dalla propalazione di notizie infondate e false”. Purtroppo era invece vero che l’azienda simbolo della riscossione in Italia, quella che insegue senza se e senzamai contribuenti che compiono irregolarità o non pagano proprio tasse nazionali e locali, non aveva pagato a sette mesi di distanza la bellezza di 75.586,79 euro di tassa sui rifiuti. Peggio ancora: essendo da sette mesi evasore della tassa dei rifiuti a Roma, Equitalia Sud non trovava di meglio una volta pizzicata che annunciare che era “in corso il pagamento, secondo le normali procedure”. Evidentemente per lo sceriffo del fisco italiano è normale pagare le tasse solo quando si è pizzicati a sette mesi dalla scadenza dei termini. Con un vantaggio sensibile peraltro rispetto ai normali cittadini inadempienti: per non sfiorare il grottesco la municipalizzata del comune di Roma non ha chiesto di inviare al contribuentemoroso una cartella esattoriale, altrimenti Equitalia avrebbe dovuto inviarla a se stessa. L’avesse fatto però oltre al debito pregresso Equitalia Sud avrebbe dovuto pagare anche interessi di mora e sanzioni. Questo avverrà solo in parte e forse limitando un po’ i danni solo grazie alla sveglia data da Libero all’esattore di Stato. Per i sette mesi di ritardo l’Ama si limiterà ad applicare sulle bollette successive automaticamente gli interessi, stabiliti nel 3,5% su base annua.