Carabinere Eugenio Fasano morto per arresto cardiaco, Procura Roma archivia. Familiari: “Ucciso a calci e pugni”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2021 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA
eugenio fasano

Carabinere Eugenio Fasano (nella foto) morto per arresto cardiaco, Procura Roma archivia. Familiari: “Ucciso a calci e pugni”

Eugenio Fasano è morto il 24 gennaio 2018 per infarto dopo una partita di calcetto. Il maresciallo dei Carabinieri aveva 39 anni: l’autopsia effettuata sul corpo dopo il decesso, avvenuto due giorni dopo il ricovero, rilevò diversi aspetti che non convincono i familiari. Fasano aveva infatti costole fratturate, un’arteria rotta, un polmone e lo sterno perforato.

Eugenio Fasano, Procura di Roma chiede l’archiviazione del caso 

Ora i familiari chiedono che venga fatta luce su questa vicenda: “Per il rispetto che ho della divisa devono avere rispetto dei cittadini. Chiedo all’Arma dei carabinieri di fare luce. Mio cognato era una grande persona, vogliamo sapere cos’è accaduto veramente”. A dirlo è Teresa Afiero, la cognata di Eugenio Fasano. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del caso  catalogando il decesso come morte naturale per arresto cardiocircolatorio.

Non pensa sia andata così la famiglia del militare, convinta sia morto in seguito a violenti percosse. Il loro legale Donato Santoro, si è quindi opposto all’archiviazione. La Alfiero racconta che sulla vicenda “sono state dette molte bugie”. A non tornare sono ad esempio sono “gli orari, nemmeno quelli di inizio e fine della partita di calcetto”. Al Policlinico Umberto I dove il carabiniere è entrato, non si sa nemmeno quale codice di gravità gli sia stato assegnato: “Possibile che gli stessi militari con cui aveva appena giocato a pallone non hanno riconosciuto Fasano?”, chiede l’avvocato.

Morte Eugenio Fasano, per la famiglia sono state fatte delle “indagini parziali”. Fu aggressione? 

Secondo la famiglia del militare, si sarebbero dovute effettuare indagini più approfondite. “Il pubblico ministero ha svolto solo indagini parziali. Il nostro perito di parte ritiene che la morte sia avvenuta dopo un’aggressione” ha spegato l’avvocato.

“Fasano aveva un taglio sul labbro, sulla fronte, ma anche il costato dietro è in parte livido, vuol dire che è stato percosso, anche se non sappiamo da chi”.

Spiega ancora la cognata: “Mio cognato aveva dodici costole rotte, un polmone perforato, un versamento dello scavo pelvico e un pneumotorace molto esteso. Tre costole in particolare sono sovrapposte, e in modo in cui lo sono fa pensare a calci o colpi da corpo contundente, non a un massaggio cardiaco”.

Eugenio Fasano stava giocando una partita di calcetto insieme ai suoi colleghi quando si è male. Il 39enne è stato prima soccorso sul posto da una dottoressa dell’Arma, e poi portato al pronto soccorso un’ora e 46 minuti dopo essersi sentito male. Anche questo aspetto della vicenda è assolutamente poco chiara. 

Già all’epoca Teresa Afiero aveva posto delle domande rimaste ancora senza risposta: “Chiedevamo chi fossero i giocatori, dove si era giocata la partita, chi era l’arbitro, se il centro fosse dotato di servizio medico e di defibrillatore, ma ogni tentativo è stato vano”, aveva dichiarato.

La Procura ha svolto due inchieste chiedendo nuovamente l’archiviazione a cui la famiglia si sta opponendo con decisione.