Firenze, i due Carabinieri: “Noi invitati dalle ragazze”. Ma nella loro versione c’è un buco di un’ora

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2017 - 01:23 OLTRE 6 MESI FA
Firenze, Marco Camuffo e Pietro Costa: "Noi invitati dalle ragazze". Ma ci sono buchi e dubbi in quella notte

Firenze, Marco Camuffo e Pietro Costa: “Noi invitati dalle ragazze”. Ma ci sono buchi e dubbi in quella notte

FIRENZE – Marco Camuffo e Pietro Costa, i due carabinieri di Firenze indagati nell’inchiesta sugli stupri denunciati da due studentesse universitarie americane, si difendono e sostengono di essere stati invitati dalle ragazze ad entrare nel loro palazzo. Solo che ci sono alcuni buchi temporali nella notte di quelle presunte violenze, sottolinea Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.

Dopo Camuffo, 46 anni e tre figli, anche Costa, 32 anni, ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due studentesse, ma lo ha definito un errore e ha addebitato la responsabilità a lei: “Sono state le ragazze a invitarci, hanno insistito perché salissimo a casa”.

Una versione che, secondo Sarzanini, sembra “avere l’effetto di aggravare la posizione di entrambi i militari. Perché a smentire queste dichiarazioni e soprattutto il fatto che si sia trattato di una «leggerezza», è la ricostruzione di quanto accaduto quella notte contenuta nell’informativa trasmessa ai magistrati”.

In quell’informativa c’è l’elenco delle violazioni che sarebbero state commesse dai due carabinieri, che per almeno un’ora dopo essere usciti dal palazzo delle due americane hanno fatto perdere le proprie tracce. E il dubbio, sottolinea il Corriere della Sera, è che potessero aver bisogno di tempo per cancellare eventuali prove.

Sarzanini ricostruisce quella notte del 6 settembre:

Il turno di Camuffo e Costa comincia a mezzanotte e 45 minuti, deve finire alle 6,45. Alle 2,10 la centrale operativa «riceve la chiamata di un avventore della discoteca Flo che chiede un intervento per una rissa». Sul posto, in piazzale Michelangelo, arrivano tre gazzelle, in tutto sei carabinieri. Alle 2,45 due pattuglie comunicano che l’intervento è terminato. Della terza auto non si sa nulla.

Secondo il procuratore militare, a quel punto

“Senza alcuna autorizzazione e in assenza di ragioni di servizio, Camuffo e Costa facevano accedere nella autoradio Fiat Bravo due civili non legittimate, che provvedevano a trasportare dalla discoteca sino all’abitazione in Borgo Santi Apostoli. Per farlo modificavano arbitrariamente il previsto itinerario, portandosi in settore di competenza di altra forza di polizia, nonché omettevano di riportare nell’ordine di servizio la modifica e l’accompagnamento delle due civili”.

La gazzella di Camuffo e Costa resta parcheggiata sotto la casa delle due ragazze fino alle 3:13, stando ai video delle telecamere di sorveglianza che si trovano di fronte. Quindi si allontana, ma non si sa per andare dove.

Ufficialmente scompaiono per quasi un’ora perché nelle relazioni di servizio si parla genericamente di un posto di blocco effettuato alle 4 e fino al termine del servizio. In realtà anche su questo si stanno effettuando verifiche per scoprire che cosa abbiano fatto davvero, se abbiano chiesto aiuto a qualche altro collega, se quel tempo sia stato utilizzato per «ripulire» auto e divise e così nascondere quanto era accaduto con le due giovani.

Era la seconda volta che Camuffo e Costa uscivano insieme in pattuglia, e il fatto che abbiano agito con così tanta sicurezza farebbe pensare che

non sono gli unici a utilizzare le auto di servizio per uso privato e a prendersi «pause» durante il turno, quindi erano fiduciosi che l’avrebbero fatta franca.