Dalle frustate al presidio medico tarocco: un call center-truffa all’italiana

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA

Aspirapolvere da trecento euro spacciati come presidi medici e venduti a 4 mila euro, operatori dei call center nutriti a frustate e inno nazionale:  questa è una storia italiana, fatta di centralinisti vessati e venditori tarocchi, che arriva direttamente da Incisa Valdarno, in Toscana. Poi ci sono i clienti disposti a spendere cifre sproporzionate per avere il robot anti-acaro. E infine i vertici dell’azienda Italcarone che hanno messo in piedi un mercato nero da quasi quattro milioni e mezzo di euro, tra la sede centrale e le filiali di Arezzo e Massa.

Il mix di furbizia, truffa ed evasione fiscale partiva dalla vendita porta a porta a parenti e amici, poi dalla famiglia si è estesa ai destinatari della pubblicità fuorviante. La fiera delle offese in azienda contro i dipendenti puniti con il frustino, stile vecchia scuola elementare, e dei diktat dei padroni è andata in scena per mesi e si lavorava sotto slogan del tipo: “Ti stimo tantissimo, non provare a deludermi”. Poi qualcuno si è svegliato e ha chiamato la Guardia di Finanza.

Ha raccontato dei turni massacranti, del metodo all’americana per attrarre casalinghe inquiete per l’igiene della casa e delle promesse di scalata all’interno della società. Tutto falso, ma nell’Italia in crisi è stato facile reclutare giovani senza lavoro disposti a condizioni difficili pur di lavorare.

Nel frattempo i capisi godevano il lusso: vestiti firmati, belle auto e ville, tra cui una, sequestrata a Reggello (Firenze) appartenuta anche alla famiglia Gucci.

I furbi sono finiti in manette dopo un’inchiesta della Procura e i controlli della Guardia di Finanza: associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla frode fiscale.  Finiti anche i turni di lavoro da 14 ore al giorno, con mezz’ora per il pranzo, e i limiti di chiamate da fare prima di poter andare in bagno.