Foto-ricatti ai vip: Mora sceglie il rito ordinario, Corona quello abbreviato

Pubblicato il 28 Gennaio 2011 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA

Fabrizio Corona

MILANO – Lele Mora ha scelto il rito ordinario, mentre Fabrizio Corona quello abbreviato. Si separa dunque la strada dei due “vecchi amici” imputati davanti al Gup di Milano Federica Centonze assieme ad altre quattro persone per una maxievasione fiscale da circa 17 milioni di euro.

Sia il “fotografo dei vip” che l’agente di spettacolo, indagato anche nell’inchiesta sul caso Ruby, non si sono presentati in aula.

Gli altri 4 imputati, tra cui l’imprenditore genovese Marcello Silvestri, che, stando alle indagini dei pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, avrebbe reperito le fatture false alla base dell’evasione fiscale, hanno concordato con la Procura patteggiamenti a pene comprese tra i 9 mesi e i 2 anni di reclusione.

La discussione delle parti comincerà il prossimo 22 marzo,mentre la decisione del gup sul rinvio a giudizio, l’abbreviato e i patteggiamenti dovrebbe arrivare il 6 aprile.

L’inchiesta è nata da una “costola” del procedimento Vallettopoli della Procura di Potenza (il filone di indagini venne trasmesso prima a Genova e poi arrivò a Milano) ed è balzata agli onori delle cronache perché, in un interrogatorio davanti ai pm, Mora mise a verbale di aver avuto una”relazione” con Corona.

I magistrati gli chiedevano conto di quale fine avessero fatto i 3 milioni di euro da lui incassati attraverso l’amico faccendiere che “sfornava” fatture false. E l’agente di spettacolo rispose: ”Ho speso buona parte di questo denaro in regali che ho fatto a Corona”, perché, aggiunse, avevamo ”una relazione”.

La società Lm Management di Mora e l’agenzia Corona’s, stando alle indagini, tra il 2005e il 2007, anche a cavallo della “tempesta Vallettopoli”, con le fatture false evasero le tasse: 3,8 milioni di euro di evasione per Corona, 4 milioni per Mora.

Corona, inoltre, è accusato anche di bancarotta, perché avrebbe distratto dalle casse della Corona’s (fallita) oltre sei milioni di euro. Mora, invece, risponde di bancarotta in un’inchiesta “stralcio” sempre affidata al pm Fusco.