Gli imputati parlano napoletano, il giudice nomina un interprete

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2014 - 20:45 OLTRE 6 MESI FA

intercettazioniANCONA – Gli imputati parlano napoletano stretto, il giudice è costretto a chiamare un interprete perché nessuno capisce. E’ successo ad Ancona dove è in corso un processo per usura ed estorsione. Tra le prove a carico degli imputati anche delle intercettazioni. Ma il perito, di Padova, si è arreso quando ha dovuto lavorare su quelle conversazioni: non riusciva a capire nulla e ha chiesto al giudice un interprete. L’udienza è stata rinviata. La storia la racconta Il Mattino:

E’ successo ieri in Tribunale quando è stata rinviata un’udienza penale dopo che il perito, incaricato di trascrivere le intercettazioni telefoniche, ha chiesto l’assistenza di un interprete. Di certo non un fatto rituale perché, di solito, l’interprete viene convocato solo nel momento in cui si deve tradurre da una lingua straniera. Peccato che in questo caso la lingua, anzi il dialetto, da tradurre è quello napoletano. Il perito, di Padova, ha fatto tutto il possibile, fino quando non ha alzato bandiera bianca.

Ma non sarebbe bastato far ascoltare le registrazioni ad un qualsiasi pubblico ufficiale di origini campane? Tutto inutile. Ancora prima che le intercettazioni arrivassero al perito, i carabinieri avrebbero provato a sottoporre i documenti audio a dei colleghi napoletani, ma non ci avrebbero capito nulla neppure loro. Troppo stretto il dialetto e troppo circoscritta la zona geografica della parlata di quelli che poi sono diventati imputati.