Inchiesta vendita Valentino: indagati i Marzotto e i Donà Dalla Rose

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 12:26| Aggiornato il 11 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO- Chiusa l’inchiesta sulla vendita di Valentino Fashion Group. La procura di Milano ha notificato 13 avvisi di conclusione delle indagini. L’accusa formulata è di omessa dichiarazione dei redditi. Secondo i calcoli ponderati dall’Agenzia delle Entrate sarebbero stati nascosti al fisco utili per 71 milioni di euro.

Tra gli indagati figurano Matteo, Vittorio, Diamante, Maria Rosaria, Cristiana e Margherita Marzotto insieme ad Andrea, Isabella e Rosanna della famiglia Donà Dalle Rose. A loro i magistrati contestano la violazione dell’articolo 5 della legge 74/2000: secondo i pm non sono state pagate le imposte sulla plusvalenza realizzata dalla vendita delle loro quote del gruppo Valentino al fondo Permira. I magistrati sono convinti che quei soldi siano finiti alle Isole Cayman.

Poco prima della vendita, questa l’ipotesi formulata dall’accusa, gli azionisti di maggioranza relativa delle famiglie Marzotto e Donà Dalle Rose avrebbero ceduto le loro quote alla Icg, una società lussemburghese di cui risultano proprietari, e solo successivamente avrebbero concluso la cessione al gruppo Permira. Da quell’operazione sarebbero stati fatturati 200 milioni di euro non dichiarati al fisco italiano, in quanto la venditrice finale era appunto la controllata lussemburghese. Esterovestizione, è la definizione usata dai magistrati che contestano un’evasione fiscale di 71 milioni di euro.

Nel novembre 2012, il gip del tribunale di Milano che firmò l’ordinanza per il sequestro dei beni delle famiglie indagate, scriveva che: “La vita della Icg è strettamente collegata a quello può essere sinteticamente definito come l’affare Vfg”. E aggiungeva che uno dei motivi per cui aveva accolto la richiesta di sequestro era che “l’intero profitto netto conseguito in tale affare, ivi compresa la parte di profitto ‘guadagnata’ con l’evasione della quali qui si discute, è stata ‘trasferita’ in un noto paradiso finanziario e, pertanto, non è direttamente sequestrabile/confiscabile”.