Lavitola: “Tentai di chiedere soldi a Berlusconi tramite Carmelo Pintabona”

Pubblicato il 8 Maggio 2012 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 8 MAG – Valter Lavitola chiese soldi a Silvio Berlusconi tramite Carmelo Pintabona, presidente della Fesisur, la Federazione delle associazioni siciliane in Sud America ed esponente dell’Mpa, il Movimento per l’Autonomia fondato da Raffaele Lombardo. Lo spiega lo stesso Lavitola nel corso dell’interrogatorio investigativo del 25 aprile.

L’ex direttore dell’Avanti ha affermato di essersi trovato in gravi difficolta’ economiche durante la latitanza e di essersi confidato con Pintabona un giorno in cui si erano incontrati per discutere di commercio del pesce, settore nel quale entrambi sono in affari: ”Io gli dissi: vedi se tu riesci a contattare a Berlusconi per conto mio e digli che sono nella cacca.. io gli ho chiesto semplicemente, dico: vedi se riesci a contattare Berlusconi e vedi se lui e’ disponibile a darmi una mano; lui mi ha detto che non e’ riuscito a contattarlo… aveva provato ad andare a casa sua, non so se questo e’ vero oppure mi abbia raccontato una sciocchezza, li’ a Roma, ed e’ stato fermato da un funzionario di polizia, non so se quando e’ entrato o quando e’ uscito, e gli hanno detto pure: lei lo sa che aiutare un latitante e’ favoreggiamento?”.

DOSSIER FINI.Valter Lavitola preparo’ il dossier sulla casa monegasca di Gianfranco Fini non in cambio di denaro, ma ”per mantenere un rapporto di carattere politico con il presidente Berlusconi”. Lavitola ha precisato che l’obiettivo era quello di riuscire a ritagliarsi ”uno spazio politico” nel partito dell’ex premier.

Alla domanda di uno dei pm su quale fosse stato il compenso ricevuto per il dossier sulla casa di An ceduta a un prezzo di favore al cognato di Fini – notizia rivelata in anteprima dall’Avanti – Lavitola ha spiegato: ”Rispetto alla vicenda Fini, tenga presente che in questo caso penso che non ci sia nessuna ipotesi di andare a verificare che abbiamo avuto pagamenti in epoche successive e, quindi, sicuramente no… ho puntato, per quanto riguarda Fini, sempre all’ennesimo obiettivo io ho cercato di fare di tutto in quegli, in questi anni per mantenere, come si vede dalle intercettazioni, per mantenere con il presidente Berlusconi un rapporto di carattere politico… rispetto a questa cosa di Fini, come ho detto piu’ volte l’obiettivo piu’ che la ricompensa era quello di riuscire a ritagliarmi uno spazio politico all’interno del, del… soprattutto del partito, io ho tentato col Parlamento, non ci sono riuscito, ho tentato con il Governo, non ci sono riuscito, volevo tentare di andare ai partito e neanche ci sono riuscito, quella era la, diciamo cosi’, la ricompensa di cui le parlavo”.

OPERAZIONE LIBERTA’. Afferma di aver svolto un ruolo di ”consigliere” per quella che viene definita’ ”Operazione’ liberta”’, ovvero il passaggio di senatori del centrosinistra al Pdl a sostegno del governo Berlusconi: e’ uno dei brani salienti dell’interrogatorio reso il 25 aprile scorso dal direttore dell’Avanti Valter Lavitola ai pm Curcio, Piscitelli e Woodcock.  Dichiara il direttore dell’Avanti: ”questo fu uno dei miei meriti, sempre insieme al senatore Comincioli, praticamente il senatore Comincioli, buonanima… era il, diciamo cosi’, l’uomo principale che al Senato si occupava di tentare di avvicinare i parlamentari del centro sinistra per passare con il centro destra, ed io in quel senso svolgevo una funzione di, tra virgolette, consigliere del senatore Comincioli”.   Domandano i pm: Allora come funziona questa Operazione liberta’?   Lavitola: ”Allora l’operazione liberta’, come ho gia’ spiegato… Esula da De Gregorio; allora, chi si e’ occupato seriamente del contatto, anche perche’…io non avevo spessore politico…s’immaginera’ che ancor meno avevo lo spessore politico per andare a comprare i parlamentari a destra e a sinistra…”.   Poi Lavitola spiega: ”lo ho avuto un ruolo… io ho avuto un ruolo importante in questa cosa, credo di avere avuto un ruolo importante in questa cosa in primis perche’ il senatore Comincioli si convincesse lui che era possibile dimostrare che c’era un se… un parlamento in senato, una fascia di persone che non erano uomini di Prodi, che non erano uomini legati al centro sinistra e potessero passare al centro destra; primo, e secondo quella situazione d’instabilita’ dove alla Camera aveva vinto Berlusconi, al Senato aveva perso Berlusconi ma per venticinquemila voti e De Gregorio ne aveva presi trentamila…”

E precisa ai pm: ”No, io ho convinto realmente Comincioli, le ribadisco, poi insieme a Comincioli abbiamo detto a Berlusconi che c’era la possibilita’, Comincioli buonanima, che c’era la possibilita’ di raccogliere un consenso in Senato, Berlusconi non credeva a questa cosa, sostanzialmente e, pero’, ha lasciato fare; quando si e’ reso conto che poi in effetti, invece, c’e’ stato anche un naturale movimento verso, verso Berlusconi in questo senso, si e’ convinto…”.  Pm:  Naturale in che senso?    Lavitola: Naturale nel senso che… dottore, poi le ripeto, se noi vogliamo trovare la malizia in tutto la troviamo…    Lavitola spiega poi che alcuni passaggi di campo, come quelli di Dini e Mastella, erano dovuti a fattori ideologici:  ”Voglio dire, Dini e Mastella erano al centro destra sempre, Dini e’ stato con Berlusconi prima, Mastella pure”    Pm: Va bene, diciamo che sono persone sul confine…    Lavitola: Sono persone che, esattamente, stavano sul confine…Si sono trovate messe al margine dal centro sinistra nonostante si dica… Berlusconi che e’ uno che sa tra virgolette vendersi e gli ha garantito l’economia del movimento, ognuno di loro ha fatto un movimento, quando si e’ fatta la fondazione del Pdl insieme al…di Fini, ci stavano pure, alla pari, De Gregorio, Caldoro, Dini…    Pm: E questo riguarda loro; lei per questa opera che ha svolto, ha cercato di convincere Comincioli, attraverso Comincioli ed altri, ha avuto un compenso?    Lavitola: Economico no…ho avuto la promessa del presidente Berlusconi di essere candidato al Parlamento…    (…)    Pm: …perche’ ha avuto cinquecentomila euro?  Lavitola: perche’ avevamo una situazione economica difficile, eravamo un giornale fiancheggiatore di Forza Italia e gli siamo andati a chiedere se ci stava un sostegno economico a fronte di  un servizio che gli potevamo fare    Pm: ma sara’ stato sopravvalutato…

OSPEDALE A PANAMA. L’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi promise di costruire un ospedale a Panama se alcune imprese italiane si fossero aggiudicate l’appalto per la costruzione della metropolitana; per settimane i giornali panamensi ne parlarono, ma l’ospedale non fu mai costruito e il presidente Martinelli fece una figuraccia. L’episodio è stato raccontato da Valter Lavitola nel corso dell’interrogatorio investigativo del 25 aprile scorso. Lavitola si dilunga sul “memorandum” Italia Panama, quindi spiega: “L’Italia doveva fornire prima due cose, ovverosia l’accordo a trattare a doppia tributazione e le navi, peraltro queste navi erano vecchie navi che poi sono state rimesse in lifting da Finmeccanica che ha speso credo dieci, quindici milioni, una cosa del genere; la terza cosa, siccome c’era una gara per la metropolitana, alla quale partecipavano delle aziende italiane… Astaldi, Impregilo… e queste ditte promisero al Governo di Panama: se noi facciamo la metropolitana ti costruiamo un ospedale; Berlusconi con la sua solita verve è andato dal palco ha detto che lui anche  regalava l’ospedale, dove si realizzava, nella provincia di Veraqua che è la provincia di origine del presidente Martinelli e tutti i giornali di Panama riportarono per settimane che Berlusconi regalava l’ospedale a Veraqua, un ospedale pediatrico in una zona poverissima; siccome nel piano… a seguito di questa cosa, nel piano ospedali fatto dal dal Governo di Panama non hanno previsto l’ospedale pediatrico a Veraqua, provincia di origine del presidente Martinelli il quale si è fatto… ha fatto una figuraccia ovviamente per questa cosa”.