Luigi Preiti: il giallo del cellulare non suo e della borsa a casa

Pubblicato il 1 Maggio 2013 - 08:44| Aggiornato il 2 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un cellulare che portava con sé ma che risulta intestato a un cittadino straniero, un cingalese. Questa l’ultima novità su Luigi Preiti, tre giorni dopo gli spari di fronte a Palazzo Chigi che hanno ferito gravemente il brigadiere Giuseppe Giangrande e il carabiniere scelto Francesco Negri.

I primi accertamenti dimostrano che dopo essere partito da Gioia Tauro alle 9.35 di sabato e fino agli spari, Preiti non ha risposto a nessuna telefonata dei suoi familiari. Sia il fratello sia il padre hanno provato a chiamarlo. L’apparecchio ha squillato a vuoto.

Scrive Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera:

Preiti aveva evidentemente deciso di sparire, di «mimetizzarsi» in attesa di entrare in azione. Nella sua informativa alle Camere, che naturalmente si basa su quanto riferito dagli investigatori dell’Arma ai magistrati, il ministro ripete come «al momento risulta che Preiti abbia agito senza ricevere alcun tipo di sostegno, il che rafforza l’ipotesi investigativa, subito affacciata peraltro, che si tratti di un gesto isolato», ma poi specifica che «sono in corso ulteriori accertamenti, con particolare riguardo alla provenienza dell’arma, la cui matricola risulta abrasa».

Anche Maria Elena Vincenzi per Repubblica pone due gialli:

Resta un mistero, quello della borsa. I suoi familiari, infatti, hanno messo a verbale che la mattina della sua partenza (per il viaggio aveva chiesto 300 euro a un amico con la scusa di dover salire al Nord per trovare il figlio), Preiti era uscito di casa senza niente. A mani vuote. Eppure, le prime immagini che lo riprendono diretto verso Roma, quelle nella stazione di Gioia Tauro, lo mostrano con la borsa in mano. Dove teneva la valigia con i suoi effetti personali, con la pistola e le munizioni? La ha deliberatamente nascosta ai suoi parenti? L’aveva nascosta da solo? O qualcuno gliel’ha data prima della sua partenza?

Poco chiara anche la questione del telefonino. La sim, pur essendo in uso a lui, era intestata a un cingalese. Dai tabulati emerge che Preiti, dal momento della sua partenza, non ha fatto una sola chiamata. Eppure nei giorni precedenti ce ne erano parecchie, ai suoi genitori, alla ex moglie. E sono proprio loro ad averlo chiamato dopo aver visto in televisione le immagini di Palazzo Chigi. Il che vuole dire che quello era il suo numero di telefono. E allora perché l’utenza ha un altro intestatario? C’entra qualcosa quell’uomo in questa storia?