Massimo Giuseppe Bossetti, investigatori dissequestrano la casa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2014 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, investigatori sequestrano fatture e foto di nozze

Massimo Giuseppe Bossetti (Foto da Facebook)

BERGAMO – Polizia e carabinieri hanno finito di esaminare la casa di Massimo Giuseppe Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre del 20101 e ritrovata morta tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola (bergamo). La casa di Bossetti a Mapello non è più sotto sequestro, ma prima di andare via gli investigatori hanno portato con sé 34 reperti, tra cui fatture di lavoro, una cazzuola nuova, il dvd con le foto del matrimonio e un biglietto di San Valentino scritto dalla moglie.

Gli inquirenti vogliono capire se Bossetti sia davvero un uomo tutto casa, lavoro e famiglia, come ha raccontato durante gli interrogatori, e se davvero passava da Chignolo d’Isola e Brembate di Sopra solo per motivi di lavoro.

Spiega Giuliana Ubbiali sul Corriere della Sera: 

“Prima della svolta, quella sull’omicidio di Yara era un’indagine straordinaria per coincidenze, spiragli e vicoli ciechi, e mole di test del Dna. Adesso che c’è stata la svolta, è ancora straordinaria perché è un’indagine al contrario. La prova regina, un indizio per la difesa, è il punto di partenza. Ora si sta procedendo a ritroso per cercare riscontri. Per quel poco che è trapelato, gli elementi raccolti dagli investigatori possono essere letti in due modi opposti da accusa e difesa, tanto da sembrare neutri. Per esempio, il filmato del distributore Shell che riprende un furgone identico a quello di Bossetti, compreso il catarifrangente non di serie, passare alle 18.01. L’area di servizio si trova in via Locatelli, a Brembate Sopra, proprio davanti al centro sportivo da cui la ragazzina era sparita quella stessa sera. Ma l’indagato dà una spiegazione: «Passavo sempre di lì, al ritorno dal lavoro, dal cantiere di Palazzago».

È probabile, però, che gli investigatori abbiano altro per le mani. Carte da non scoprire fino alla chiusura delle indagini. Solo allora anche la difesa potrà conoscerle. Intanto il quesito è: Bossetti è davvero l’uomo che dice di essere, che si consuma le mani nei cantieri, che ha una vita così uguale a se stessa da dare per scontato che il 26 novembre del 2010, giorno dell’omicidio di Yara, abbia trascorso la sera a casa come sempre? Questo è il quadro dipinto da lui. È la verità?”.