Matrimonio nullo: Papa Francesco taglia tempi e alimenti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2015 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA
Matrimonio nullo: Papa Francesco taglia tempi e alimenti

Matrimonio nullo: Papa Francesco taglia tempi e alimenti

ROMA – L’accelerazione di Papa Francesco che consente al vescovo in ogni diocesi di annullare il matrimonio celebrato in Chiesa in modo più rapido, più facilitato, riduce anche i tempi con cui uno dei due coniugi può separarsi senza pagare il dazio del pagamento degli alimenti. Perché, paradossalmente, la riforma del Papa accorcia anche i tempi del divorzio, inseguendo lo Stato che ha appena istituito quello breve.

E perché le ragioni che conducono all’annullamento che valgono per la Chiesa (per esempio l’ateismo o l’agnosticismo di uno dei coniugi) non valgono per il matrimonio civile. Dal momento che, se dichiarato nullo, il matrimonio religioso non è mai esistito, per effetto del Concordato non è mai esistito nemmeno quello civile.

La Chiesa, non potendo riconoscere l’indissolubilità del matrimonio, non riconosce nemmeno il divorzio. In sede civile, invece, essendoci stato un rapporto matrimoniale, con il divorzio  è fatta salva tutta la situazione patrimoniale pregressa, con diritto agli alimenti e al mantenimento. Anche la Cassazione ha dovuto più volte ribadire la coincidenza tra nullità religiosa e civile, rigettando i ricorsi (per esempio quello di una donna di Parma nel 2013) contro i vari gradi di giudizio che confermavano la sentenza di nullità della Sacra Rota. Oggi al suo posto c’è un vescovo, che decide solo più rapidamente, la sostanza non cambia.

Per la Chiesa il matrimonio è un sacramento, per lo Stato è un contratto. Sposarsi in Chiesa, essendo magari una donna non credente che per compiacere la famiglia del futuro sposo, per semplice convenienza, per conformismo o quant’altro, è un rischio se l’unione non funziona. Il marito può essere incentivato a cercare l’annullamento motivato (la moglie non credeva alla sacralità del vincolo) praticamente gratis. Per questo vale l’ammonimento del professor Cesare Rimini nel commentare la riforma del Papa sulla Stampa.

La moglie potrà perdere il diritto all’assegno di mantenimento che il giudice della separazione le avrebbe concesso. Coloro che scelgono di sposarsi con il rito concordatario devono sapere che la scelta non riguarda solo la forma della cerimonia ma incide sui loro diritti futuri. Scegliere il matrimonio concordatario per far contente le vecchie zie non è una buona idea. (Cesare Rimini, La Stampa).