Mercatone Uno, furti nei punti vendita chiusi: i lavoratori presidiano i capannoni

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2019 - 08:23| Aggiornato il 2 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA

Mercatone Uno, furti ai punti vendita chiusi: i lavoratori presidiano i capannoni

BARI – Assalti e furti ai punti vendita di Mercatone Uno: a difenderli ci sono solo i lavoratori. E’ la denuncia che arriva dai sindacati. “L’assalto ai punti vendita Mercatone Uno di Francavilla Fontana, Bari e di Terlizzi, con il furto e tentato furto di elettrodomestici così come avvenuto in altre città, sono il frutto di una smobilitazione avvenuta in poche ore, che ha lasciato le ditte addette alla vigilanza senza più alcun riferimento anche rispetto al pagamento del servizio. Va da sé che l’integrità del patrimonio dell’azienda è uno dei requisiti circa la sopravvivenza e la continuità legata ad eventuali nuovi acquirenti”. Lo scrivono in una nota congiunta i segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Filcams Cgil Puglia, Barbara Neglia.

“Abbiamo inviato una lettera al Prefetto di Bari, chiedendo di farsi carico anche di coordinarsi con i prefetti delle altre realtà pugliesi interessate, affinché si attenzioni e vigili sulla sicurezza delle attività del Mercatone Uno e perché non siano esposte a razzie – continuano i sindacati -. Addirittura sono gli stessi lavoratori a presidiare i capannoni per evitare queste azioni criminali e di sciacallaggio. Allo stesso modo abbiamo chiesto alla Regione Puglia di farsi tramite con il ministero dello sviluppo economico circa il tema della sicurezza dei punti vendita e la garanzia del patrimonio aziendale”.

“Allo stesso modo, abbiamo chiesto alla Regione Puglia che da quel che ci risulta si è già attivata con il ministero del lavoro, di rappresentare la difficile condizione dei lavoratori che non sono occupati ma nemmeno licenziati o in cassa, ma parte di una procedura fallimentare dai tempi impossibile da prevedere. Serve una certificazione di interrotta attività che permetterebbe agli stessi di chiedere la momentanea sospensione del pagamento delle rate di mutui. Chiediamo un intervento quanto mai urgente per non unire al danno la beffa per chi da un giorno all’altro, e avvisato tramite social, si è trovato senza più lavoro e reddito, con alle spalle già un lungo periodo di sacrifici e rinunce sul piano salariale”.

IL FALLIMENTO DI MERCATONE UNO – La Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di bancarotta fraudolenta, al momento senza indagati, sul fallimento, dichiarato nei giorni scorsi dal Tribunale fallimentare di Milano, di Shernon Holding, la società che gestiva 55 punti vendita di Mercatone Uno. Un fallimento di cui gli oltre 1.800 lavoratori sono venuti a conoscenza nella notte tra il 24 e 25 maggio scorso e solo via Facebook e Whatsapp e così la mattina seguente hanno iniziato a protestare con picchetti e presidi di fronte ai negozi chiusi in tutta Italia.

I 55 punti vendita del gruppo Mercatone Uno erano stati ceduti nell’agosto scorso dall’amministrazione straordinaria del gruppo alla Shernon Holding, società che, tuttavia, già a febbraio scorso ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo dopo le istanze di fallimento presentate da alcuni fornitori. Una richiesta dichiarata, però, inammissibile dal Tribunale fallimentare di Milano a causa dell’indebitamento.

I giudici, infatti, hanno riscontrato per la Shernon Holding un indebitamento complessivo di 90 milioni di euro maturato in nove mesi, con perdite gestionali fisse di cinque-sei milioni al mese, unito “alla totale assenza di credito bancario e di fiducia da parte dei fornitori”. Ora le indagini si concentreranno proprio sulla gestione della holding negli ultimi mesi. (Fonti: Agi, Ansa)