Misseri dice la verità? Il criminologo: “Non è stato lui a uccidere Sarah”

Pubblicato il 3 Giugno 2011 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ uscito dal carcere gridando di essere lui il colpevole per la morte di Sarah Scazzi. Tempo due giorni e ai giornalisti appostati fuori dal cancello della sua villetta dice: “Andrò sulla tomba di Sarah quando si troverà il colpevole”. Ma non si era autoaccusato? “Mi sono confuso” aggiungerà dopo. Insomma Michele Misseri “ci fa o ci è”?

“Ieri ha recitato una parte, oggi comincia dire quello che pensa” , è quello che pensa il criminologo Francesco Bruno. “Un personaggio tutto sommato buono con caratteristiche di mitomania e narcisismo che ama mettersi centro dell’attenzione come figlia Sabrina che rispetto al padre è una campionessa mondiale”.

“Misseri sta ripetendo il comportamento di quando ha confessato facendo trovare il cadavere. Anche allora, come oggi, ha prima detto che era lui l’unico colpevole per poi ritrattare tutto. Adesso si ripete: l’altro ieri ha confessato il delitto recitando un ruolo mentre ieri ha ricominciato a dire quello che pensa veramente”. Quindi, secondo il criminologo, ora Misseri starebbe iniziando a dire la verità, ossia che l’assassino non sarebbe lui.

Che personalità ha dunque Misseri? “Tutto sommato un poveraccio, una personalità frustrata con gravissimi deficit affettivi con una moglie a cui deve ubbidire. Un uomo punito, maltrattato e non rispettato in casa. Tutto sommato un buono con caratteristiche di mitomania e narcisismo a cui piace mettersi in mostra con le bugie. La figlia è una campionessa mondiale di narcisismo e per lui è quello il modello da seguire. Misseri ha un’enorme opinione della figlia e il terrore della moglie. Credo che sia stato trascinato in vicende più grandi di lui che non ha capito sino in fondo e che non ha saputo gestire”.

“Secondo me – continua Bruno – era destinato fare l’agnello sacrificale nel caso qualcosa fosse andata male. Non mi spiego la storia del telefonino di Sarah fatto trovare da lui. Non so se quanto è avvenuto sia stato davvero voluto da lui; non sono sicuro che sia stato lui a gestire tutto oppure se è stato determinato da altri”. Non è lui l’assassino quindi? “Non sa niente, racconta quello che ha origliato sull’uccisione mentre conosce bene tutte le fasi dell’occultamento”.