Milano: Tettamanzi dai bimbi rom, De Corato nel quartiere dove sorgeva il campo nomadi sgomberato

Pubblicato il 23 Dicembre 2010 - 18:06 OLTRE 6 MESI FA

Annamaria, 16 anni, l’accento meneghino appena ‘sporcato’ dall’inflessione rom, è il volto di chi ce l’ha fatta, nonostante il Triboniano, e di chi spera ancora in una vita vera senza più sgomberi, tra topi grossi come gatti, fango e pregiudizio. Tsara, otto anni, ha il volto contratto dalla malattia – e’ tetrapelgica – un volto che forse non ha mai sperato potesse migliorare perché anche le cure le sono negate. Un volto che si rilassa in un abbozzo di sorriso quando l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, non nascondendo la commozione, ma anche un pizzico di indignazione (”si rimane senza parole davanti a casi come questo”), la accarezza abbassandosi sul giaciglio lercio su cui si rotola senza sosta nella sua roulotte.

Sono le due immagini estreme del campo rom del Triboniano visitato oggi dall’arcivescovo di Milano, mentre il vicesindaco Riccardo De Corato – polemicamente – portava gli auguri di Natale ai residenti della zona accanto all’ex campo nomadi di via Rubattino, sgomberato di recente. Annamaria ha letto sorridendo la sua lettera di Natale al Cardinale: poche righe dove spiega che ha studiato e che vuole continuare a farlo e che ”l’unica vergogna” e’ essere costretti a rivelare ai propri compagni di scuola che vive li, al Triboniano da 13 anni. Annamaria e Tsara ovvero la speranza e il dramma del Triboniano, il campo ”regolare” che dovra’ essere sgomberato per far posto ad infrastrutture dell’Expo a Milano, il campo dove ai rom sono prima state promesse – in cambio dello sgombero – le case, ma poi negate. Fino all’intervento della magistratura che sulla vicenda ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di discriminazione razziale.

Tettamanzi oggi ha invitato tutti ”a fare un passo in più sulla strada dell’integrazione”. Ascolta i bimbi con i vestiti della efsta che lo applaudono, gli adulti, orgogliosi, che ringraziano e sorride alle parole di Annamaria che da grande vuole fare la segretaria. Tsara invece resta muta, come in croce, con gli arti paralizzati dalla malattia ma anche dalla indifferenza, su quel materasso lercio. Non ha cittadinanza, spiegheranno a Tettamanzi i volontari della Casa delle Carità di Don Virginio Colmegna, e quindi niente tessera sanitaria. Equazione che vuol dire niente medici, niente cure, niente di niente. ”Si rimane senza parole – dice il cardinale appena uscito dalla roulotte di Tsara – ma proprio per questo diventa ancora più urgente l’appello a darsi da fare, tutti quanti insieme, perché casi del genere siano affrontati e risolti nel senso dell’umanità”. Anche questo è ”lo spirito dei più piccoli” al quale Tettamanzi ha voluto dedicare il Natale.

I più piccoli avranno grande spazio anche nella sua omelia in Duomo domani sera, durante la messa solenne. Oggi li ha incontrati i piu’ piccoli ma anche gli ”ultimi” tra i piu’ piccoli: prima all’Icam l’Istituto di custodia attenuata del carcere di san Vittore che ospita le mamme recluse che hanno bimbi fino a tre anni. Poi al Triboniano dove negli ultimi 10 anni sono nati 98 bambini ”milanesi”: 20 frequentano la scuola materna, 60 frequentano le scuole elementari, 40 frequentano le scuole medie. ”Dobbiamo tutti quanti insieme ragionare e trovare una soluzione che sia davvero rispettosa di tutti, dei diritti di tutti, delle esigenze e dei doveri di tutti – ha detto Tettamanzi ponendo anche l’accento sul tema dei doveri oltre che su quello dei diritti – il desiderio e la speranza e’ quella di chiudere il campo di Triboniano e trovare una soluzione piu’ umana per questa gente”. Mentre Tettamanzi era al Triboniano, quasi a fare da contralatare, il vicesindaco Riccardo De Corato, visitava e ha portando gli auguri di Natale ai residenti del quartiere Rubattino, dove qualche mese fa è stato sgomberato un grande accampamento nomade abusivo. ”Auguri natalizi – ha spiegato De Corato – e ringraziamenti ai cittadini per la pazienza che hanno avuto nel sopportare l’abusivismo dei nomadi”.