Napoli. Vigilante ucciso l’anno scorso, l’assassino festeggia i 18 anni in famiglia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2019 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Napoli: permesso premio al killer del vigilante Franco Della Corte

Un collega del vigilante Franco Della Corte sul luogo dove fu ucciso

ROMA – Un permesso premio per festeggiare i suoi 18 anni, dopo neanche un anno di cella e con una condanna a 16 anni e mezzo per aver ucciso “con crudeltà” il vigilante Franco Della Corte, colpito a morte il 16 marzo 2018 all’esterno della metro di Piscinola, a Napoli. Una festa, le foto che sono finite sui social – come raccontano oggi organi di stampa – e la ‘vergogna’ espressa dalla famiglia del vigilante che ha scritto una lettera ai giudici chiedendo “il massimo rigore ricordando il dolore che proviamo ogni giorno”.

La figlia della vittima: “Io non ho spento candeline”

E’ la figlia del vigilante – ucciso dal 18enne e da altri due imputati, anch’essi minorenni, che lo aggredirono di spalle e lo colpirono con delle spranghe – a scrivere la lettera e a dire, tra l’altro, questo: “A chi gli ha accordato il permesso mi permetto di ricordare che di recente ho compiuto 22 anni ma non ho spento candeline e non ho avuto torte e regali. E lo sa perché? Perché chi oggi festeggia ha ucciso mio padre, la persona più importante della mia vita”.

Il legale dell’imputato, Nicola Pomponio, replica: “Quelle foto non sono state postate dal mio assistito ma caricate da un parente a sua insaputa. Non c’era alcuna intenzione di offendere io dolore dei parenti della vittima, specie a pochi giorni dal processo d’appello”.

Il capo della Polizia Gabrielli: “Come dar torto alla famiglia”

“Come dargli torto”. Il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, risponde così a Napoli a chi gli chiede della rabbia della famiglia del vigilantes ucciso per il permesso dato ad uno dei killer. “Il problema è che questo Paese morirà di bulimia normativa – dice – si fanno leggi in continuazione che poi alla fine non producono gli effetti, c’è la necessità di una rivisitazione complessiva. Il tema è che gli interventi normativi spot a volte producono più danni del preesistente. C’è una parolina magica che però nel nostro paese ha sempre avuto poco successo ed è riforma”. (fonte Ansa)