Il “re del narcotraffico” latitante, Pannunzi è fuggito da una clinica romana

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

E’ di nuovo libero Roberto Pannunzi il mediatore tra la ‘ndrangheta e i narcos colombiani. Dopo essere sfuggito al carcere duro, ottenendo per ragioni di salute i domiciliari, tre settimane fa il “re della droga” è fuggito da una clinica romana dove era ricoverato per alcuni accertamenti.

Pannunzi, 64 anni, è quindi latitante, sei anni dopo essere stato catturato a Madrid dai poliziotti dello Sco, il servizio centrale operativo, è ufficialmente “irreperibile” e adesso bisognerà stabilire per quale motivo si sia deciso di attenuare le misure di detenzione nonostante fosse già stato condannato per reati gravissimi come l’associazione mafiosa e il traffico internazionale di droga. E dunque si dovrà verificare la regolarità delle procedure seguite.

A febbraio del 2006 per il narcotrafficante, utilizzato spesso anche da Cosa nostra come mediatore di alto livello quando si doveva trattare con il cartello dei colombiani, scatta il 41 bis. I suoi rapporti vanno dalla famiglia del boss calabrese Giuseppe Morabito a quelle di Bagheria. Il traffico di stupefacenti viaggia dal Sudamerica in Europa su piccoli aerei da turismo. Due diversi processi lo condannano a venti e a sedici anni, limitando il più possibile i contatti con l’esterno. Il 6 luglio scorso il boss ottiene però gli arresti domiciliari e va in una clinica a Nemi, alle porte della capitale. «Cardiopatia ischemica postinfartuale» è la diagnosi che convince i giudici del tribunale di sorveglianza di Bologna  a concedergli di lasciare la prigione. Una decisione poi confermata dal tribunale di sorveglianza di Roma.

Decisioni che, alla luce dei nuovi fatti, sembrano “anomale”, visto che a chi è applicato il regime del carcere duro, per eventuali problemi di salute viene concesso l’articolo 11, che prevede il ricovero nei reparti specializzati del carcere e consente il trasferimento in strutture esterne soltanto “ove siano necessari cure o accertamenti diagnostici che non possono essere apprestati dai servizi sanitari degli istituti”.

Nel dicembre scorso Pannunzi entra in un’altra casa di cura della capitale, Villa Sandra. La detenzione domiciliare non consente il piantonamento e così vengono disposti controlli saltuari delle forze dell’ordine. Il 15 marzo, durante la perlustrazione, si scopre che è scappato. La notizia viene tenuta riservata, si cerca di capire se possa aver trovato rifugio nelle vicinanze. In realtà a quasi un mese di distanza le sue tracce sembrano perse. E l’ipotesi più probabile è che sia fuggito all’estero, lì dove ha sempre goduto di appoggi e protezioni.