‘Ndrangheta. Sequestro per 12 mln di euro al presunto boss Crucitti

Pubblicato il 23 Febbraio 2012 - 11:21 OLTRE 6 MESI FA

REGGIO CALABRIA – Beni per un valore di 12 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria all’imprenditore edile Santo Crucitti, 49 anni, ritenuto il capo dell’omonima cosca operante a Reggio nel territorio di Condera-Pietrastorta. Il sequestro e’ stato disposto dal tribunale di Reggio-Sezione misure di prevenzione, su richiesta del procuratore della Dda reggina, Giuseppe Pignatone, e dell’ aggiunto Nicola Gratteri.

Tra i beni sequestrati figurano il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale della ‘Epi Srl’ (lavori generali costruzione edifici e lavori ingegneria civile); il capitale sociale ed il patrimonio aziendale della ‘Fin. Reggio srl’ che opera nel settore di consulenza aziendale, elaborazione dati per conto terzi e mediazione creditizia; quota di capitale di proprieta’ di Antonino Gennaro Crucitti e corrispondente parte del patrimonio aziendale (70%) della ‘Fitland societa’ sportiva dilettantistica ed il patrimonio aziendale dell’impresa individuale Antonino Gennaro Crucitti, operante nel settore edilizio; due immobili e disponibilita’ finanziarie.

L’imprenditore edile Santo Crucitti, ritenuto il boss dell’omonima cosca ed al quale stamani la Dia ha sequestrato beni per 12 milioni di euro, e’ rimasto coinvolto nelle operazioni ”Pietrastorta” e ”Raccordo”.    Nel primo procedimento, il gup di Reggio Calabria, e’ stato condannato in abbreviato l’8 febbraio 2010, a sei anni ed otto mesi di reclusione per associazione mafiosa. Nel secondo procedimento, Crucitti e’ stato prima sottoposto a fermo e poi arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del gip di Reggio nell’aprile 2011 per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agito con metodo mafioso.

Successivamente Crucitti e’ stato colpito da un’altra ordinanza di custodia nel novembre 2011 per bancarotta in relazione alla societa’ ”Planet Food” e fittizia  intestazione aggravati da metodo mafioso, da parte del nipote Antonio Gennaro Crucitti delle quote della societa’ ”Epi Srl” e della ”Fitland” societa’ sportiva dilettantistica.    Sul fronte patrimoniale, la Dia ha accertato che Crucitti e la sua famiglia non hanno redditi leciti sufficienti a giustificare investimenti di grossa entita’ rilevando la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Inoltre, secondo la Dda, l’impresa Epi, operante nel settore edilizio, sarebbe lo strumento imprenditoriale attraverso il quale la cosca controlla il territorio e si accaparra profitti che altrimenti non avrebbe modo di acquisire.