‘Ndrangheta, Vincenzo Iaquinta e padre a processo con altri 145

di Silvio De Santis
Pubblicato il 22 Dicembre 2015 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA
'Ndrangheta, Vincenzo Iaquinta e padre a processo con 145

‘Ndrangheta, Vincenzo Iaquinta e padre a processo con 145 Foto: Jonathan Moscrop – LaPresse

BOLOGNA – Il campione del mondo 2006 Vincenzo Iaquinta va a processo insieme con il padre Giuseppe Iaquinta insieme a 145 imputati ai quali la procura di Bologna contesta a vario titolo l’associazione alla ‘ndrangheta.

Iaquinta dovrà difendersi dall’accusa di detenzione illegale di armi, aggravata dall’ipotesi di favoreggiamento della ‘ndrangheta, associazione mafiosa della quale i pm contestano al padre di Iaquinta la partecipazione come affiliato del clan di Nicolino Grande Aracri. L’udienza è prevista il prossimo 23 marzo a Reggio Emilia, mentre per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato si andrà in aula l’11 gennaio.

Iaquinta, nato a Crotone il 21 novembre 1976, è stato bomber dell’Udinese (2000-2007) e della Juventus (2007-2012). Fra il 2005 e il 2010 ha collezionato 40 presenze e 6 gol in Nazionale, giocando ai mondiali di Germania 2006 e Sudafrica 2010, nei quali ha realizzato anche due reti. Scrive Andreina Baccaro sul Corriere della Sera:

Solo due posizione archiviate e circa 147 persone rinviate a giudizio. Si è conclusa questa mattina l’udienza preliminare del processo Aemilia sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico emiliano-romagnolo. […] Tutti gli altri imputati, tra cui il presunto boss Nicolino Grande Aracri, hanno optato per riti abbreviati e patteggiamenti, che saranno discusse dall’11 gennaio, sempre nell’aula speciale allestita alla fiera di Bologna.
In totale gli imputati erano quasi 240. I prosciolti sono Maurizio Bosi (falsa intestazione di beni) e Iana Rezepova (concorso in detenzione illegale di armi). La sentenza del gup Francesca Zavaglia ha accolto quasi tutte le richieste dei pubblici ministeri.

Tra i rinviati a giudizio c’è poi l’imprenditore edile Augusto Bianchini, accusato di concorso esterno nell’associazione. E Michele Bolognino, individuato dai pm della Dda di Bologna, Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, come uno dei promotori del sodalizio, legato alla Cosca Grande Aracri di Cutro ma con una propria forza autonoma operante nel Reggiano. La scelta di andare a dibattimento, diversamente dagli altri «capi», ha spiegato il suo difensore, avvocato Carmen Pisanello, è dovuta al fatto che Bolognino «è più coraggioso, si sente di non essere parte di quest’associazione».

A processo andranno organizzatori dell’associazione, come Gaetano Blasco e Antonio Valerio, i due che in una conversazione intercettata ridevano delle scosse del sisma del 2012; poi partecipanti come Gianluigi Sarcone, Pasquale Brescia, Antonio Muto e Alfonso Paolini, imprenditori come i Vertinelli di Reggio Emilia e Gino Gibertini. Erano stati in precedenza in 71 a chiedere il rito abbreviato, tra cui Nicolino Grande Aracri, gran parte dei vertici e degli organizzatori, oltre che dei concorrenti esterni come i politici Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini e la consulente fiscale bolognese Roberta Tattini.