Omicidio Verbano, dopo 31 anni si riapre il caso: “Due nuovi indagati della destra romana”

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si riapre il caso della morte di Valerio Verbano, a trentuno anni esatti dalla scomparsa del diciannovenne militante della sinistra extraparlamentare. Spuntano due nomi e due identikit aggiornati per l’omicidio: la fuga di due dei tre carnefici, entrambi cinquantenni, forse sta per finire. Lo scrive Carlo Bonini su ‘La Repubblica’.

Dalla procura di Roma e del Ros dei carabinieri ”prende corpo una nuova indagine che – si legge su Repubblica – dopo 24 mesi di lavoro, colloca al centro della scena del crimine almeno due nuovi indiziati”. Secondo l’Ansa i due sono indagati dalla procura di Roma, entrambi riconosciuti tramite ricognizione delle foto segnaletiche dell’epoca, da alcuni testimoni.

Uno degli esecutori sarebbe da tempo all’estero. L’altro, scrive Bonini, ”insospettabile professionista con una vita in Italia”. Entrambi, già militanti della destra romana, allora sconosciuti e ”stando all’ipotesi investigativa costituiti in un gruppo di fuoco deciso ad accreditarsi, con un cadavere di forte valore simbolico come quello di Valerio Verbano, agli occhi dei neofascisti Nar di Fioravanti e Mambro”.

Gli assassini di Verbano erano conosciuti dalla vittima: ”Valerio – come ha potuto accertare il Ros lavorando sui nuovi indiziati – ha infatti annotato i nomi dei suoi assassini nel mastodontico schedario che custodiva nella sua casa di via Monte Bianco 114 che verrà ritrovato dagli inquirenti dopo l’omicidio. Centinaia di report con cui, dal 1977, ha dato un’identita’ e un volto, talvolta anche fotografico, ai militanti di destra del triangolo Trieste-Salario, Talenti, Montesacro”.

Ma l’omicidio di ”Valerio Verbano non è una prima volta per i suoi assassini. Avevano sparato anche il 30 marzo 1979” a due km dall’abitazione di Verbano, ”dove cercavano Roberto Ugolini, altro militante della sinistra extraparlamentare. Anche quel giorno erano in tre” e si fecero aprire dalla madre del ragazzo presentandosi come amici del figlio”. Ugolini riuscì a fuggire e fu colpito solo alle gambe. ”Erano a volto scoperto” e il loro identikit ”è sovrapponibile a quelle degli assassini di Verbano – conclude Bonini – Un dettaglio sfuggito allora. E che ora potrebbe diventare cruciale”.