Ostia. Al grido di “sporco polacco” baby gang aggredisce ragazzo di 18 anni

Pubblicato il 2 Novembre 2009 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

babygangUn ragazzo di origine bielorussa ma adottato da anni da una famiglia di professionisti italiani, è stato massacrato di botte al grido di  “sporco polacco”. È successo verso la mezzanotte del 1 novembre sul pontile di Ostia, sul litorale romano. Lui, appena diciottenne, non ha potuto neanche difendersi: lo hanno vigliaccamente colpito in testa con una bottiglia di vetro e, una volta stordito a terra, l’hanno riempito di calci e di pugni.

Trenta giorni di prognosi all’ospedale “Grassi” di Ostia. Il trauma cranico, la frattura delle ossa nasali, le labbra spaccate e gli occhi lividi sono quanto gli resta addosso della ferocia del “branco”: otto-nove ragazzi contro di lui ed il fratello, poco più che sedicenne che se la caverà in pochi giorni.

Sulle tracce della baby gang sono arrivati in poco tempo i carabinieri, che indagano sul caso insieme con la polizia. Due diciassettenni sono stati identificati e denunciati nelle ultime ore. L’accusa per loro è quella di favoreggiamento: hanno visto chi ha sferrato calci e pugni ma, come nelle tradizioni delle bande più feroci, restano reticenti.

Tutto è successo in pochi minuti, intorno alla mezzanotte, in piazza dei Ravennati. Nella ricostruzione fatta dai carabinieri Angelo e il fratello, che chiameremo Vittorio, erano seduti su una panchina del Pontile a chiacchierare con una coppia di ragazze. Su un sedile poco distante, otto ragazzi guardavano, ridevano, rumoreggiavano. Allontanatesi le amiche e rimasti soli, passano pochi istanti e i fratelli diventano oggetto delle attenzioni della gang. Uno dei più malandrini, lentiggini e doppio piercing sul labbro superiore, si alza dal proprio posto e si avvicina i due chiedendo una sigaretta. Un altro, invece, più corpulento, alto almeno un metro e ottanta con berretto e piercing sul labbro inferiore, prende di mira Vittorio con pungenti provocazioni.

«Lascia stare mio fratello», tuona Angelo rivolto ai due. «Vabbè, mo è tu fratello: ma se tu sei uno sporco polacco», gli urla in faccia per tutta risposta il più grosso di stazza dei due “provocatori”. Passano pochi istanti di tensione, altri due-tre ragazzi amici del branco si avvicinano, ricominciano le minacce e gli insulti allo «sporco polacco» fino a che Angelo non viene colpito alle spalle. Qualcuno gli ha spaccato un bicchiere o una bottiglia sulla testa (a terra resteranno i frammenti di vetro) e il diciottenne perde i sensi. Si risveglia all’arrivo di un’ambulanza: lo hanno pestato a sangue e hanno ferito pure il fratello più piccolo che riporterà una prognosi di cinque giorni.