Padova, si schianta e muore il giorno prima della festa di laurea. Ipotesi suicidio: non aveva finito gli esami

Le parole del padre: ''La responsabilità me la sento addosso. Mi rimprovero di non aver saputo leggere i segnali, di non avergli insegnato a essere più forte, almeno ad avere quella forza che serve per chiedere aiuto. Provo vergogna come genitore''.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Novembre 2022 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA
Padova, si schianta e muore il giorno prima della festa di laurea. Ipotesi suicidio: non aveva finito gli esami

Padova, si schianta e muore il giorno prima della festa di laurea. Ipotesi suicidio: non aveva finito gli esami (foto Ansa)

Emerge anche l’ipotesi del suicidio, tra le altre cause, sull’incidente costato la vita l’altra sera a un ventiseienne di Padova, schiantatosi con la sua vettura contro un platano, mentre a casa la famiglia lo aspettava per la festa di laurea. Una laurea a quanto pare mai presa.

Il giovane, iscritto alla facoltà di Scienze Infermieristiche di Padova, non aveva però dato tutti gli esami e l’Università – come riportano i alcuni quotidiani – ha confermato che ieri non era programmata alcuna discussione della sua tesi. Un giallo che si aggiunto alla tragedia per i genitori del ragazzo, che avevano addobbato l’esterno della casa con fiocchi rossi, in attesa della festa. Ma il giovane si è schiantato in auto poco dopo la mezzanotte di lunedì, all’altezza di una curva su un tratto di strada a non più di un chilometro dalla sua abitazione.

Il padre: “Si è sentito in trappola, non l’ho capito”

“La responsabilità me la sento addosso. Mi rimprovero di non aver saputo leggere i segnali, di non avergli insegnato a essere più forte, almeno ad avere quella forza che serve per chiedere aiuto. Provo vergogna come genitore”. Sono le parole, raccolte dal sito del padre del ragazzo.

Una “piccola bugia” sono ancora le parole dell’uomo, che il giovane probabilmente trascinava da mesi. “Riccardo si è sentito in trappola – ha detto il padre – e io, in questi 26 anni, non sono riuscito a trasmettergli la consapevolezza che, in realtà, non era solo, che mamma e papà potevano comprenderlo e sostenerlo nell’affrontare le difficoltà che la vita gli avrebbe messo davanti, fallimenti compresi”.