Presunto mandante di omicidio camorra libero per errori formali degli investigatori

Pubblicato il 3 Aprile 2010 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA

Il boss Ettore Bosti, figlio del capoclan Patrizio, arrestato lo scorso 8 marzo con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Ciro Fontanarosa, il diciassettenne che, secondo quanto svelò poi un pentito, voleva continuare a fare il ‘mariuolo’ da battitore libero, rifiutando di entrare a fare parte del clan, è stato scarcerato.

Bosti è uscito dal carcere di Asti, in Piemonte, usufruendo di una serie di errori commessi dagli investigatori.

Dopo che l’arresto era stato annullato dal Tribunale del riesame del Tribunale di Napoli per mancanza di gravi indizi Bosti era stato nuovamente fermato ma il gip di Asti non ha convalidato la decisione del pm. Tra le motivazioni, l’assenza dei supporti magnetici delle intercettazioni e il deposito in ritardo delle trascrizioni delle confessioni di uno dei due sicari.

 La scarcerazione di Bosti segue quella dei giorni scorsi del presunto killer, Capozzoli, e di Barbato, secondo quanto disposto dal Tribunale del Riesame di Napoli.

Ciro Fontanarosa fu ucciso il 24 aprile del 2009 in via Pietro Lettieri, una traversa di corso Garibaldi, non lontano dalla Stazione centrale.

L’8 marzo scorso i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, al termine di indagini coordinate dalla Dda, arrestarono Ettore Bosti, 30 anni e Vincenzo Capozzoli, di 34 anni, il primo con l’accusa di aver ordinato l’omicidio di Fontanarosa e il secondo con l’accusa di essere l’esecutore materiale del delitto, un assassinio portato a termine sparando sette colpi di pistola contro la vittima.

Con l’accusa di favoreggiamento era stato arrestato anche Cristian Barbato, di 22 anni, cugino della vittima e testimone dell’agguato.

Secondo quanto riferì il collaboratore di giustizia Vincenzo De Feo, nel ricostruire i retroscena dell’omicidio del diciassettenne “Ettore Bosti, in un primo momento ha cercato di portare dalla sua parte Ciro Fontanarosa perché lo riteneva una persona capace dal punto di vista criminale e ne voleva fare quindi un suo guaglione. Ciro non ha accettato questa proposta perché voleva continuare a fare il ‘mariuolo’ fuori dal sistema. Egli infatti rubava orologi e diceva che se proprio avesse dovuto scegliere un clan, avrebbe scelto il clan Licciardi, cui era vicino suo padre”.

L’omicidio di Fontanarosa fu un segnale molto chiaro nei confronti dei piccoli delinquenti della zona, per evitare che decidessero di agire autonomamente senza sottostare alle direttive del clan.