Roma, chioschetti della lotteria diventano magazzini (abusivi) dei vu’ cumprà

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2014 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA
Roma, chioschetti della lotteria diventano magazzini (abusivi) dei vu' cumprà

Foto Lapresse

ROMA – I botteghini della lotteria di Roma diventano bazar per souvenir. Bazar che però non hanno né autorizzazioni alla vendita, né concessioni e che vengono spesso usati come magazzini dai “vu’ cumpra’”. I botteghini sono andanti “in pensione” nel 2003 e solo nel centro di Roma ce ne sono ancora 17, tutti riciclati senza le autorizzazioni del Comune.

Laura Larcan sul Messaggero scrive:

“Un tempo, era il lontano 1975, fecero la loro comparsa in gran parte del centro storico, compreso il quartiere Prati, per la vendita esclusiva di biglietti delle lotterie nazionali. Chioschetti di un metro quadrato (via via allargatosi) con vista mozzafiato, perché posizionati ovviamente tra piazze e strade di pregio, all’ombra di monumenti secolari, o magari di grandi alberghi di lusso, di chiese (tanto per spendere qualche preghiera in più per una vincita) e stazioni”.

Quasi dei reperti storici, scrive il Messaggero, ma che da 10 anni ormai vengono utilizzati senza concessioni:

“Già perché nel sottobosco da azzeccagarbugli del commercio ambulante capitolino (degno quasi di un legal thriller di John Grisham), salta fuori ora il caso dei chioschetti ex lotteria, riciclati senza permessi per vendere oggettistica, cravatte, magneti, cartoline, bracciali”.

A denunciare questo insolito riciclaggio è Nathalie Naim, consigliera municipale:

“Come evidenzia la Naim, nel 1975, una delibera del Comune di Roma rilasciava la concessione del suolo pubblico al Ministero delle Finanze per piazzare 33 chioschetti. Nel 2003, però, cambiava il sistema della vendita dei biglietti della dea bendata. Dal dicastero di via Venti Settembre, ricorda la Naim, si decideva di affidare definitivamente il gioco delle lotterie a privati con una convenzione datata al 14 ottobre. Per i chioschetti si chiudeva un capitolo di regolarità per aprirne uno tutto nuovo all’insegna dell’abuso”.

I numeri del fenomeno sono emersi lo scorso gennaio da un’indagine della polizia municipale, spiega la Naim:

“«La verifica dei vigili è partita da un controllo effettuato sul chiosco in piazza di San Marcello a maggio 2013 col sequestro di 45mila tra souvenir e oggettistica varia e una sanzione di oltre 5mila euro. L’unica sanzione che risulti»”.

La relazione, protocollata il 20 gennaio 2014, spiega che

“alcuni soggetti utilizzano i chioschetti (sprovvisti di concessione e di autorizzazione) per la vendita di souvenir. In tutto, i chioschetti ancora attivi risultano 13 (sui 33 originali), da piazza San Silvestro a via Nazionale, dove ce ne sono ben tre, da via delle Terme di Diocleziano a viale Trastevere. Carte alla mano, si legge che i chioschetti funzionanti «erano stati illegalmente oggetto di numerosi passaggi di proprietà o locazione». Quattro sono ancora i quelli abbandonati, utilizzati «per immagazzinare merci dagli ambulanti abusivi e costituiscono potenziali luoghi di osservatorio per malintenzionati». E «spesso tali strutture contengono rifiuti di ogni tipo rappresentando così un pericolo igienico sanitario»”.

Ora la Naim sposta l’attenzione sul caso e chiede che i chioschettti siano demoliti:

“«È incredibile – lamenta la Naim – che da ben 10 anni 17 strutture occupino aree pubbliche di pregio illegalmente. Per questo ho inviato una lettera al presidente del municipio, al sindaco, alla polizia locale e alla soprintendenza, per chiederne la demolizione»”.