Ruby bis: processo Emilio Fede e Nicole Minetti da rifare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Settembre 2015 - 23:15 OLTRE 6 MESI FA
Ruby bis: processo da rifare per Emilio Fede e Nicole Minetti

Ruby bis: processo da rifare per Emilio Fede e Nicole Minetti

ROMA – Il Ruby bis è da rifare. Il processo a carico di Emilio Fede e Nicole Minetti secondo quanto stabilito dai giudici della Cassazione va dunque ripetuto. Fede era stato condannato a 4 anni e 10 mesi, Minetti a 3 anni.

I supremi giudici, presieduti da Claudia Squassoni, hanno infatti accolto i ricorsi dei difensori dei due imputati e hanno dichiarato “inammissibile” il ricorso della Procura della Corte d’Appello di Milano che chiedeva condanne più elevate e il ripristino dell’accusa di favoreggiamento alla prostituzione minorile di Ruby.

Era il 14 febbraio del 2010, quando Karima El Marhoug varcò per la prima volta il cancello di villa San Martino, accompagnata in macchina da Lele Mora. Il verdetto ha disatteso le richieste della Procura della Cassazione rappresentata dal Sostituto Ciro Angelillis. Il Pg, nella sua requisitoria durata un’ora e mezza, aveva chiesto di annullare la condanna a 4 anni e tre mesi di reclusione inflitta in appello a Fede, che in primo grado aveva ricevuto sette anni.

Lo sconto di pena – dovuto al venir meno dell’accusa di aver saputo che Ruby era minorenne – sarebbe stato eccessivo, ad avviso del Pg, per un uomo pienamente consapevole di “aver procacciato” una diciassettenne. E’ lo stesso punto di vista sostenuto dalla Procura di Milano nel ricorso in Cassazione contro la riduzione delle pene per Fede e Minetti, rimodulate al termine del processo di Appello conclusosi il 13 novembre 2014. Il Pg Angelillis aveva però chiesto di annullare solo la condanna di Fede e di confermare, invece, quella della Minetti. In appello, l’ex consigliere, aveva ottenuto la riduzione della condanna da cinque a tre anni di carcere.

Con il venir meno dell’accusa più grave, a carico dei due imputati è rimasta l’accusa di favoreggiamento della prostituzione di 29 ragazze maggiorenni e, per il solo Fede, quella del tentativo di indurre alla prostituzione altre tre ragazze che, invece, hanno detto “no”. Si tratta di Chiara Danese, Ambra Battilana e Imane Fadil che si sono costituite parte civile contro Fede e che, in caso di conferma della condanna, inizieranno la causa civile per essere risarcite. Ma questo scenario è adesso più lontano che mai.