San Basilio, “Luciano Coppi voleva fare una strage”. Il racconto dei residenti

Pubblicato il 14 Giugno 2013 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
San Basilio, "Luciano Coppi voleva fare una strage". Il racconto dei residenti

San Basilio, “Luciano Coppi voleva fare una strage”. Il racconto dei residenti

ROMA – Luciano Coppi, autore dell’omicidio di Maurizio Alletto ucciso durante una lite in strada a Roma, nel quartiere San Basilio, “voleva fare una strage“. Lo raccontano i residenti in via Tranfo,131. “Ha sparato ancora, ma la pistola si è inceppata”, ha detto Manuel primo testimone oculare di quella lite di periferia assassina. “Quello voleva sparare ancora, dopo Maurizio ha mirato su un altro di noi, strillava “vi ammazzo tutti, non v’avvicinate!”, ha premuto il grilletto ma la pistola ha fatto cilecca, poteva fa’ ‘na strage. Poi se n’è andato a bersi due grappe al bar, come niente fosse”.

Quello è Luciano Coppi, 59 anni, padre di Moreno, 18 anni appena compiuti che ha dato il via alla lite violenta con Francesco Alletto, il papà di Maurizio, che lo aveva sfiorato con la sua macchina. I poliziotti sono andati ad arrestarlo in tenuta anti-sommossa, salvandolo dalla furia di borgata. Chi c’era racconta che Luciano stesse difendendo il figlio preso a coltellate dalla vittima. “Macché coltello e coltello! Maurizio aveva afferrato una bottiglia rotta, sì, ma poi l’ha mollata, gli ha sbattuto la testa contro lo spigolo”, dicono gli amici di Maurizio. Ma in strada non c’è traccia né di coltelli né di vetri rotti. Di sicuro Moreno ha uno squarcio in faccia di almeno venti centimetri: “Arma da taglio”, ha detto il medico legale.

La dinamica pressapoco si sarebbe svolta così: ci sono due padri e due figli e l’onore da difendere. Alle quattro di mercoledì pomeriggio, Moreno Coppi, diciott’anni e un po’ di riformatorio per piccolo spaccio attacca briga con Francesco Alletto, il papà di Maurizio, che gli avrebbe sfiorato con la macchina. “A vecchio, che sei cieco?”. Si mettono in mezzo gli amici, vola qualche ceffone. Francesco se ne va umiliato, ma non finisce qui perché la voce si diffonde nel quartiere ed ecco che alle cinque spunta pure Maurizio, il figlio di Francesco, che va a fare i conti con Moreno, il figlio di Luciano. “Sei tu che hai fatto brutto a mio padre?”.

Il resto è cronaca ancora da scrivere: l’unica certezza è che Coppi padre è reo confesso, forse si è messo al riparo dalla borgata che lo voleva linciare. Secondo le ricostruzioni, la vittima, Maurizio, avrebbe accoltellato al volto il figlio diciottenne di Coppi, Moreno, ed è stato poi a sua volta giustiziato da Coppi senior, una guardia giurata fuori servizio. Durante i soccorsi, tre operatori del 118 sono stati picchiati mentre l’ambulanza è stata presa di mira e danneggiata con le pietre. Intanto proseguono le indagini. Quello di mercoledì è stato un pomeriggio di pura follia a San Basilio. Nelle prossime ore saranno anche vagliate le immagini per identificare le aggressioni.

Il 118 di Roma ha incaricato l’ufficio legale dell’azienda di occuparsi dell’episodio. Le stesse forze dell’ordine invieranno un’informativa alla Procura su quanto accaduto e potrebbero scattare i primi provvedimenti. La Squadra Mobile e i carabinieri di Montesacro stanno ancora interrogando diversi testimoni, ma la dinamica sull’omicidio è ormai certa: si è trattato di una lite stradale sorta al momento.

”Non è la prima volta che succedono cose come quelle viste ieri – spiega un residente – Qui non ci sono delinquenti, ma di sicuro la temperatura si alza, soprattutto se viene colpito un familiare. In quel caso molti non hanno paura di nessuno, vogliono solo vendetta”. Sui muri, a poche ore dall’omicidio, sono già comparse alcune scritte in ricordo di Maurizio Alletto. Tra gli epitaffi del quartiere, uno recita: ”La morte ti ha preso alle spalle, perché davanti non aveva le p… Maurizio con noi”.

Intanto l‘Ordine dei Medici di Roma stigmatizza l’aggressione agli operatori del 118: ”Non succede neanche nelle zone di guerra, è assurdo e inaccettabile. Si è arrivati ad aggredire anche gli equipaggi delle ambulanze che tentano di salvare vite: professionisti che non fanno mai distinzione tra i feriti che si trovano a soccorrere, anche se tra loro c’e’ qualcuno che ha commesso reati. E’ assurdo, è inaccettabile”. I tre operatori sono stati colpiti con calci e pugni, uno ha riportato la frattura della clavicola e tutti hanno avuto bisogno di ricovero presso l’ospedale Sandro Pertini.