Sciopero benzinai 24-26 gennaio confermato, chiusi anche gli impianti self-service

Potrebbero restare aperti, anticipano, gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. La protesta durerà 48 ore a partire dalle 19 del 24 gennaio.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2023 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA
Sciopero benzinai 24-26 gennaio confermato

Sciopero benzinai 24-26 gennaio confermato, chiusi anche gli impianti self-service (foto ANSA)

Confermato lo sciopero dei benzinai del 24-26 gennaio che riguarderà anche anche gli impianti self-service, ma assicurerà i servizi minimi essenziali. Lo comunicano gli organizzatori Faib, Fegica, Figisc-Anisa in conferenza stampa. Potrebbero restare aperti, anticipano, gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. La protesta durerà 48 ore a partire dalle 19 del 24 gennaio.

Sciopero confermato, il Governo non convince i benzinai

Nell’incontro di martedì si era parlato di una app, o di un QR Code che sostituisse l’obbligo di esporre il cartello con il prezzo medio regionale, sancito dal decreto “Trasparenza”. Indicazione raccolta dal governo, ma la app, prevista dal decreto attuativo del provvedimento, non sostituisce l’obbligo di esporre il cartello.

Anche perché il decreto attuativo, fa sapere il ministro Adolfo Urso, “ha deciso di posporre l’emanazione del decreto ministeriale che definirà le modalità di comunicazione e di esposizione dei prezzi, entro 10 giorni dalla conversione del decreto legge”, e quindi per il momento non ci sono alternative all’esposizione dei prezzi.

Tra le modifiche apportate, chiarisce un comunicato del ministero, viene stabilito che l’obbligo di comunicazione sarà settimanale (e non più giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo. C’è poi un significativo alleggerimento delle sanzioni, che va nella direzione indicata dai gestori: la chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omesse comunicazioni settimanali nell’arco di 60 giorni (e non più dopo tre violazioni senza limiti temporali anche non consecutivi).  L’eventuale chiusura potrà essere decisa da 1 a 30 giorni (prima la previsione era da 7 a 90 giorni). Le sanzioni per omessa comunicazione saranno da un minimo di 200 a un massimo di 800 a seconda del fatturato dell’impianto (prima raggiungevano i 6.000 euro)

Inoltre, spiega ancora Urso, “sempre per favorire la massima trasparenza, è prevista l’istituzione di una app del Ministero gratuita che consentirà di conoscere il prezzo medio regionale e, con la geolocalizzazione, anche il prezzo praticato da ciascun distributore nel perimetro desiderato”.

“Il cartello ci penalizza”

Non è abbastanza per convincere i gestori delle pompe di benzina. “Per il momento lo sciopero è confermato – spiega il presidente della Faib, Giuseppe Sperduto – perché oggi non abbiamo visto le aperture che ci erano state prospettate. Ce l’abbiamo messa tutta per non dare disagi ai cittadini, ma il governo ha deciso diversamente e il ministero fa marcia indietro sulle promesse avanzate alle associazioni nel tavolo precedente. Vogliamo incontrare il presidente Meloni”.

“I gravami sulla categoria rimangono inalterati, penalizzando della gente che già oggi rende il prezzo trasparente a favore dei consumatori, la nostra preoccupazione è che con questo trend i prezzi continueranno a salire e i consumatori a pagare”, ha detto ad askanews Roberto Di Vincenzo di Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini). “Certe responsabilità che sono del governo, che ha fatto operazione legittima sulle accise, vengono fatte passare come una operazione di speculazione dei gestori”, ha aggiunto.

In particolare secondo i sindacati l’obbligo della cartellonistica previsto dal decreto con l’esposizione del prezzo medio penalizzerebbe i benzinai ed sarebbe inutile per far abbassare i prezzi.

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