Scontri a Roma, i nuovi black bloc devastano il centro: oltre cento feriti

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA

Prima i cortei poi il cuore di Roma devastato dai teppisti che hanno trasformato il centro della città in un campo di battaglia. Scontri con le forze dell’ordine, barricate in fiamme, blindati assaltati, atti di vandalismo che hanno reso il salotto della Capitale teatro di una guerriglia senza quartiere. E’ l’istantanea della giornata di protesta contro la fiducia ottenuta dal governo. Scene che a tratti ricordano quelle di violenza degli anni ’70.

Il bilancio è di oltre cento feriti, 57 tra le forze dell’ordine e 62 tra i manifestanti, dei quali 40 medicati sui luoghi degli scontri e 22 portati in ospedale. Alla fine sono 41 i fermati, tutti accusati di violenza, resistenza, devastazione e uso di armi improprie. Tutti ragazzi giovanissimi, romani e qualche napoletano, poca politica in testa ma molte azioni di violenza urbana nel curriculum: risse in strada e da stadio, vite difficili di borgata.

Cappuccio e sciarpe neri, quasi nuovi black bloc, hanno seminato il panico per ore trasformando il centro in un’inedita Beirut capitolina. E il sindaco Gianni Alemanno in serata parla di ”violenza gratuita, vergognosa e senza giustificazioni”: lo fa da Piazza del Popolo, il gioiello di Valadier trasformato in un fronte di guerra.

Eppure la protesta la mattina era stata civile. I cortei, partiti da diversi punti della città, formati da studenti, precari, esponenti dei centri sociali e del coordinamento ‘Uniti contro la crisi’, di cui fanno parte gli operai della Fiom, gli aquilani e i cittadini di Terzigno anti-discarica, avevano animato le strade del centro, sorvegliato speciale fin dalle prime luci dell’alba. Piccoli eccessi come il lancio di petardi, finiti all’interno dei Mercati Traianei e nei Fori, l’accensione di fumogeni e cori contro il Governo.

Le avvisaglie che la protesta poteva essere più dura ci sono state prima davanti al Senato e poi nei pressi della Camera: dal corteo a più riprese si sono staccati gruppetti di ragazzi col volto travisato da sciarpe nere e cappuccio nero della felpa che hanno lanciato bottiglie e petardi contro i blindati. Alcuni sacchetti di letame e poi fumogeni e bombe carta in via degli Astalli, una strada proprio dietro palazzo Grazioli. Davanti al Senato ancora petardi, bombe carta, vernice colorata e fumogeni. Il tentato assalto ad alcuni blindati con pale e mattoni, presi da un camioncino, provoca la prima carica della polizia.

Da qui in poi è la cronaca di un giorno di violenza inaudita. I nuovi black bloc si staccano dal corteo e in poche centinaia seminano terrore e devastazione. Ovunque passano sfondano le vetrate di banche, danneggiano auto, sradicano segnali stradali e li usano come ariete contro le vetrine. Percorrono il lungotevere incendiando cassonetti e raccogliendo ‘armi’ improvvisate. Poi arrivano a piazza del Popolo, diretti a Montecitorio, e a via del Corso si scatena la ‘battaglia’ urbana con l’assalto a tre blindati della Guardia di Finanza a colpi di bottiglie, bastoni, pietre. E mazze vengono usate per malmenare i finanzieri che sono a bordo.

Uno dei militari, in una delle tante foto scattate in questa giornata di violenza, è ritratto inginocchiato a terra, quasi sopraffatto da alcuni giovani, con la pistola d’ordinanza impugnata nella mano destra. Per difenderla dai manifestanti che volevano sottrargliela, spiegano fonti delle Fiamme gialle.

Il fumo dei lacrimogeni e dei petardi invade via del Corso e le vie dello shopping ormai deserte con i negozianti asserragliati dentro e turisti e romani che fuggono. ”Sembrava la guerra civile”, ha detto una commessa di un negozio di abbigliamento. I teppisti addirittura erigono una barricata con cassonetti, fioriere, sedie tavolini dei bar di lusso di Piazza del Popolo. Poi le danno fuoco e creano una barriera di fiamme tra loro e i blindati che avanzano e spazzano via tutto. I ‘black bloc’ si ritirano a piazzale Flaminio e un gruppetto ‘viola’ il Pincio e dalla celebre terrazza lancia sassi contro tutto e tutti. Piazza del Popolo viene sigillata dai blindati, il Tridente, cioè le tre strade che si irradiano dalla piazza, cuore del centro storico, è isolato: l’atmosfera è surreale, quasi da coprifuoco. Il piccolo corteo di violenti si muove infine verso il Lungotevere e Prati seminando ancora devastazione. In terra restano le tracce degli scontri e di una giornata da dimenticare.

[gmap]