Selargius, il parroco tassa la cresima: “30 euro, ho troppe spese”

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 14:12 OLTRE 6 MESI FA

SELARGIUS (CAGLIARI) – In sette anni di catechismo, rivendica orgogliosamente il parroco, “non abbiamo chiesto neppure un centesimo”. Al dunque, però, quando quel catechismo deve diventare sacramento della Cresima arriva il conto: una “tassa” da 30 euro da versare alla parrocchia.

Succede, secondo quanto scrive l’Unione Sarda,  nella parrocchia di Maria Vergine Assunta di Selargius, in provincia di Cagliari. Là il parroco, don Ireneo Schirru ha chiesto 30 euro per ogni bambino che si accosta al sacramento. E non tutti i genitori, racconta il quotidiano, l’hanno presa bene. Perché un conto è un contributo volontario (e libero) un conto è una richiesta precisa che, più che sembrare un’offerta ha il sapore della tassa”. Non saranno 30  denari, ma i 30 euro per alcune famiglie sono sembrate un piccolo tradimento.

Don Ireneo non nega. Anzi. Conferma: “Sì, trenta euro a bambino, è una richiesta che si fa. La bolletta la pagano loro? E le pulizie? e i fiori? Abbiamo chiesto un contributo, non possiamo vivere di aria. Di tassa dei rifiuti paghiamo 1300 euro, lo sanno o no?”. In ogni caso, a suo giudizio la richiesta non è tassativa (“se qualcuno non ha la disponibilità finanziaria, non importa. Però ci sono le spese vive dei fiori e l’offerta da dare al vescovo”) e comunque non ci sono state grandi proteste delle famiglie: “Soltanto una si è presentata in sacrestia a reclamare e io ho risposto che di certo non negheremo il sacramento a chi non potrà contribuire alle spese, che sono tante”.

L’Unione Sarda, invece, racconta una realtà parzialmente diversa, fatta di genitori che mugugnano e che fanno anche i conti in tasca al parroco. Che con 30 euro a bambino, se tutti dovessero pagare, si troverebbe con un tesoretto da poco più di 2000 euro. Non da buttare, specie di questi tempi.