Zinzi: “Chi è stato sindaco sia consigliere a vita”. Pagato fino a che morte non lo separi dalla sedia

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 23:55| Aggiornato il 15 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

Domenico Zinzi

Va da sè che in tempi di disaffezione per la politica le si pensino proprio tutte per riconquistare il cuore dei cittadini. A volte, però, la passione e la dedizione per la “cosa pubblica” raggiungono livelli stoici quasi impensabili come proporsi per un “servizio a vita”: chi è stato sindaco sarà consigliere comunale fino a che morte non lo separi dalla sedia. Matrimonio indissolubile con la poltrona, l’idea, anzi la formale proposta dei “consiglieri comunali a vita” è del presidente della provincia di Caserta e parlamentare dell’Udc, Domenico Zinzi. Non è una barzelletta, è un disegno di legge, nero su bianco. Non lo approveranno mai, si spera, ma rende l’idea della spudoratezza che tira

Il neo eletto presidente della provincia di Caserta (con il 64,37 di consensi), ha depositato nei giorni scorsi la proposta di legge alla Camera dei Deputati. Secondo il progetto, a ricoprire tale ruolo sarebbero ammessi “solo” gli ex sindaci in quanto depositari e custodi di conoscenze ed esperienze cui non si può in alcun modo rinunciare. Fatto sta che ai primi cittadini dei Comuni italiani non sarebbe più concesso il meritato riposo in famiglia una volta  ripiegata la fascia tricolore.

I sindaci, spiega l’onorevole Zinzi, «rappresentano un patrimonio di conoscenze, esperienze ed equilibrio che non va disperso, ma conservato e utilizzato». Con la proposta di legge, aggiunge il deputato Udc, si vuole raggiungere «il duplice obiettivo di riconoscere il ruolo espletato da questi benemeriti cittadini in favore delle proprie comunità e al tempo stesso introdurre nelle assemblee cittadine donne e uomini che, per dimestichezza e conoscenza dei problemi dei residenti e del territorio già da loro amministrato, possono in misura rilevante contribuire al raggiungimento del bene comune». Dunque meritano un posto fisso a vita, pagato ovviamente.

Un raro esempio di rinnovamento della politica. Secondo il disegno di legge del deputato centrista, infatti, il consigliere comunale “onorario” percepirebbe, com’è giusto, lo stipendio previsto dal regolamento comunale. Inoltre, secondo la Zinzi-idea, potrà partecipare alle votazioni in assise pur se con voto consultivo. Ineleggibile alla carica di sindaco, di consigliere comunale e circoscrizionale, il consigliere a vita potrà però svolgere nuovamente le funzioni di primo cittadino in caso di scioglimento del Consiglio comunale, subentrando e “cancellando”, di fatto, la figura del commissario di nomina prefettizia.

Ma si sa, l’Udc non è nuove alle idee tutte fantasiose dei suoi adepti. Chi non ricorda l’uscita infelice del segretario, Lorenzo Cesa che per giustificare il compagno di partito, Cosimo Mele, aveva individuato nella “solitudine del parlamentare” la ragione per cui Mele aveva trascorso una notte hard nella suite romana dell’hotel Flora con una prostituta? Più che giusto, sembrò allora a Cesa la proposta di un aumento di stipendio di deputati e senatori per favorirne il “ricongiungimento familiare”. La storia a quanto pare si ripete anche se con modalità differenti.

Tralasciamo l’ormai insignificante particolare che Zinzi vanta già due cariche difficilmente compatibili, come quella di deputato e di presidente della Provincia di Caserta. Ci sono priorità che vanno affrontate subito. E per il deputato dell’Udc l’istituzione di un consigliere comunale non eletto ma che perennemente manterrebbe il diritto di voto anche dopo la scadenza del proprio mandato pare la soluzione più appropriata. Alla faccia della crisi, della disoccupazione e delle casse comunali in perenne deficit.

Ma considerando che in Italia ci sono più di 8 mila Comuni, se la proposta del parlamentare dell’Udc malauguratamente passasse,  promuoverebbe decine di migliaia di persone a sedere in aeternum in consiglio, percependo altrettanto eternamente lo stipendio. Una schiera di dipendenti pubblici con posto fisso a vita. Naturalmente a spese nostre.