Sito neonazista: la lista “nera” degli ebrei che contano

Pubblicato il 12 Gennaio 2011 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA

Una lista “nera” degli ebrei influenti nell’economia, nella politica, nei media italiani, che Repubblica denuncia in un articolo apparsa oggi, 12 gennaio, e definisce la “lista della vergogna”, è apparsa sul sito Stormfront, di quella che si descrive come la “Comunità bianca nazionalista” ed è a tutti gli effetti un “hub” di odio antisemita.
Il sito, rivela Repubblica, è ospitato su un server americano, ma gli utenti che firmano molti post e si nascondono dietro a nickname di ispirazione nazionalsocialista, sono spesso italiani individuabili dalla polizia postale. Come è avvenuto nel 2008, quando un blog pubblicò una blacklist di docenti universitari ebrei: la pagina venne oscurata, e il responsabile italiano denunciato per violazione della legge sulla privacy, della legge Mancino e per diffamazione.

Il forum, che dice di contare sette milioni di post, è stato fondato nel 1995 da Don Black, ex leader del Ku Klux Klan.

L’attenzione del sito neonazista parte dall’estero, e elenca nomi, peraltro anche noti e notoriamente israeliti in un paese come l’America dove l’etnia fa parte della identità individuale e politica, di persone che sono ai vertici di istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Federal Reserve o le grandi case cinematografiche di Hollywood ma passa anche in rassegna le personalità ebraiche entrate a far parte dello staff di Barack Obama, e non risparmia i creatori di Google e il fondatore di Facebook.

La sezione relativa agli ebrei che, in Italia, occupano posizioni sociali di rilievo, comprende 45 nomi. Il contenuto della lista è un po’ raffazzonato e non si sa con quale criterio sia stato assemblato. Sembra più una lista di proscrizione, basata su una presunta appartenenza etnica, non si sa in base a quali criteri.

C’è da avere paura, anche perché chi scrive cose simili, anche se può essere superficialmente accantonato come delirante e pazzo, in realtà può essere preso sul serio da qualcuno più pazzo di lui. Come scrive Marco Pasqua su Repubblica, la finalità di queste vere e proprie liste di proscrizione è spiegata da un utente che si firma “Stielhandgranate 24” (nome della granata da lancio del Reichswehr): “Il dovere di ogni nazionalsocialista è quello di scovare l’ebreo camuffato, partendo dal vicinato, verificarne la reale fattura giudaica incrociando dati con reali osservazioni e diffondere la notizia in maniera capillare in modo che il giudeo possa risultare in qualche modo evidenziato a vita, con l’intento di ledere la sua posizione monopolizzatrice”.

I nomi vanno da John Elkann, presidente di Fiat e della Stampa, a Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom, da Carlo De Benedetti, presidente del gruppo L’Espresso, ad Antoine Bernheim, ex-presidente di Generali Assicurazioni.

Un post a parte riguarda gli ebrei che occupano posizioni di rilievo alla Borsa italiana. L’elenco di quelli che vengono definiti “nasoni circoncisi” comprende Janet Cohen, Massimo Capuano, Martin Graham, Raffaele Jerusalmi, David Lester, Tracey Pierce, Massimo Segre, solo per citarne alcuni.

Moltissimi, poi, i nomi di giornalisti, scrittori, attori, registi ed esponenti del mondo dello spettacolo. Insieme con la deputata del Pdl Fiamma Nirenstein, vi compaiono, tra gli altri, Paolo Mieli, Clemente J. Mimun, e molti giornalisti dei tg pubblici ma anche del Tg5 (fino ad una segretaria di redazione del Tg3). Una ventina sono i nomi del mondo dello spettacolo, come Joele Dix e Luca Barbareschi. I neonazisti puntano anche il dito contro gli istituti di statistica “in mano agli ebrei”: tra gli esempi riportati quello di Renato Mannheimer, a capo dell’Ispo.