Sordi. Congresso nazionale lingua dei segni a Merano il 21 ottobre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2017 - 07:45 OLTRE 6 MESI FA
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Congresso nazionale lingua dei segni: appuntamento a Merano il 21 ottobre

BOLZANO – “Mani per parlare, occhi per ascoltare”. Alessandro Cusini, presidente della sezione di Bolzano dell’Ente nazionale sordi, e il vicepresidente hanno parlato con Stol.it dei problemi e le preoccupazioni di persone con problemi di udito. Nell’ambito delle iniziative per celebrare il 700° anniversario della città di Merano, il 21 ottobre si terrà presso il Kurmittelhaus, un congresso internazionale sulla lingua dei segni.

Durante il congresso, che durerà un giorno, parteciperanno noti relatori, così come interpreti professionali del linguaggio dei segni; grazie al congresso, il pubblico sarà informato sui problemi legati alla mancanza di udito. Sul tema, Stol.it ha parlato con Alessandro Cusini, Presidente dell’Associazione Sordi Alto Adige il quale ha affermato:

“Il nostro obiettivo è che la lingua dei segni ottenga più riconoscimenti: dobbiamo parlare con le mani e ascoltare con gli occhi. Per noi, è importante aumentare la consapevolezza tra le persone affette da questa patologia. Vogliamo informare il pubblico”.

Alla domanda sul perché è importante la consapevolezza sul tema, Cusini ha osservato:

“Il problema è che le persone sorde sono invisibili; le persone cieche sono solitamente riconoscibili dal bastone bianco, le persone con disabilità fisiche sono riconoscibili anche perché hanno difficoltà a camminare; noi, invece, siamo invisibili. Quando la gente si avvicina, siamo spaventati. Ecco perché è importante educare le persone sul loro approccio”.

Stol.it ha poi chiesto qual è la sfida più grande, nella vita quotidiana, per chi non ha l’udito e Cusini ha detto:

“E’ certamente la barriera di comunicazione. Vi faccio un esempio concreto: quando vado in banca e tento di comunicare con la lingua dei segni, l’impiegato, molto probabilmente, starà lì a fissarmi e a non capire ciò che dico. Oppure, un altro esempio, quando vado all’ospedale, di solito informo la signora alla reception che sono sordo e che dovrebbe prendere lei il mio nome.

E’ accaduto non poche volte che dopo 1, 2 o addirittura 3 ore, stessi ancora aspettando il mio turno nonostante fosse stato chiamato il mio nome: la receptionist si era semplicemente dimenticata di me. Lo stesso vale per la stazione: se un treno viene chiamato anziché sulla piattaforma 1 sulla piattaforma 2, nessuno mi avvisa di questo cambiamento e mentre il treno parte, io sono ancora in attesa sulla 1”.

Ma perché le lingue dei gesti sono differenti in ciascun paese? ha chiesto Stol.it:

“E’ come per i dialetti. Le lingue si differenziano anche per le caratteristiche culturali e geografiche di ciascun paese. Ciò vale anche per la lingua dei segni: ogni Paese ha la propria”.